Ripartire dai luoghi per far rinascere i territori
In questo momento terribile per il pianeta e l’intera umanità solo i sogni e la speranza ci danno la forza di resistere e non cedere. Per affrontare e superare la pesante crisi e risalire dal baratro, andare avanti e cogliere le opportunità servono idee, progetti, programmi. l’appartenenza, l’identità, la solidarietà, la reciprocità, il gioco, la scuola, la cultura e, con essa, Opportunità che pur ci sono per tracciare il nuovo percorso di cui hanno bisogno i popoli, oggi umiliati dal denaro, per azzerare le disuguaglianze, riconciliarsi con gli altri esseri viventi e vivere il rispetto della Terra. L’Italia – per le sue dimensioni e i caratteri propri del suo territorio, espressione di biodiversità, paesaggi e ambienti, storia e cultura, antiche tradizioni, eccellenze enogastronomiche – ha tutto quello che serve per cambiare strada. È la grande occasione per avviare e affermare un nuovo tipo di sviluppo che ridà all’agricoltura la centralità persa in questi ultimi cinquant’anni. Il periodo segnato, col passaggio nelle mani della finanza (banche e multinazionali), dalla fine della politica e, così, caratterizzato da un sistema predatorio e distruttivo qual è stato ed è tuttora il neoliberismo. Serve ricordare, a sostegno di queste affermazioni, la pesante crisi, strutturale, dell’agricoltura nel 2004 –un segnale non percepito dal sistema che, tre anni dopo, ha aperto la grande crisi del 2007/8, quella cheha fatto intravedere il baratro per farci poi cadere, col Covid, tutti dentro a vivere la paura; contare i morti e allargare ancor più la forbice della disuguaglianza, coi ricchi sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri. A dettar legge la regola della distanza, come per voler azzerare i valori fondamentali, quali il lavoro, le piccole attività, il dialogo, la convivialità, la possibilità d’allevare e aver cura del sogno, quello del domani. Non a caso a uscire vincenti, e ancora più forti, da una situazione tragica davvero difficile, sono, per ora, le multinazionali, le banche, la grande distribuzione e, purtroppo, le criminalità organizzate. Serve anche sottolineare che il Covid ha mostrato da subito la priorità della salute e il ruolo primario della sanità a carattere pubblico; l’importanza del cibo, l’energia vitale per noi e gli animali, e, durante il tempo intercorso da marzo a oggi, ha fatto registrare un ulteriore allargamento della forbice delle disuguaglianze; ascoltare il lamento, sempre più forte, del clima malato e l’urlo della natura. Ha fatto anche prendere atto della fine di una normalità, che solo il sistema, sulla spinta della fame di denaro una visione della realtà che non ha il senso del limite, del finito, continua a. sostenere. A dimostrazione che il neoliberismo non ha alcuna voglia di cambiare, di fermarsi o anche solo di rallentare, ma d’andare avanti sulla strada che gli dà la possibilità di continuare a depredare e distruggere tutto quel che resta di questo nostro pianeta, il solo che abbiamo....