Registro Paesaggi Rurali Storici
Il Registro nazionale dei paesaggi rurali storici è espressamente dedicato ai paesaggi rurali.
Rispetto ai paesaggi e alle bellezze naturali, come definite dalla Legge 1497 del 1939, i paesaggi rurali storici fanno rifermento alla grande famiglia dei paesaggi culturali che il geografo americano Carl Sauer nel 1923 così definisce: “Il paesaggio culturale è creato attraverso la trasformazione di un paesaggio naturale operato da un gruppo culturale. La cultura è lo strumento, l’ambiente naturale è il mezzo, il paesaggio culturale, è il risultato”.
A questa definizione, ma più propriamente per la storia del paesaggio agrario italiano, si affianca quella di Emilio Sereni del 1961: “..quella forma che l’uomo, nel corso ed ai fini delle sue attività produttive agricole, coscientemente e sistematicamente imprime al paesaggio naturale..”
Più in generale , nel documento tematico sul paesaggio redatto per il PSN 2007-13, il paesaggio rurale, comprensivo degli aspetti agricoli, forestali, pastorali ed insediativi, è definito come il risultato dell’integrazione fra processi economici, sociali ed ambientali nello spazio e nel tempo.
Rispetto ad altre istituzioni internazionali rivolte alla tutela del paesaggio quali l’UNESCO WHL, ed anche i GIAHS della FAO, il registro nazionale del paesaggio rurale storico si caratterizza per mettere al centro i paesaggi creati dalle attività agricole, forestali e pastorali nel corso della storia. Questo li differenzia rispetto ai valori più genericamente definibili come culturali (vedi UNESCO categoria “Cultural Landscapes”) o naturalistici (vedi sempre UNESCO WHL, categoria “Natural Properties”) e le aree protette nazionali, incluse quelle della rete europea NATURA 2000.
Si tratta quindi di paesaggi che “sono presenti in un determinato territorio da lungo tempo, anche molti secoli, e che risultano stabilizzati, o evolvono molto lentamente.
Essi sono generalmente legati all’impiego di pratiche e tecniche caratterizzate da un ridotto impiego di energie sussidiarie esterne, sia in termini di meccanizzazione, irrigazione, che di concimazioni chimiche e di agrofarmaci, con la presenza di ordinamenti colturali caratterizzati da lunga persistenza storica e forti legami con i sistemi sociali ed economici locali che li hanno prodotti.
La loro presenza, o lenta evoluzione, mostra una significativa armonia integrativa tra aspetti produttivi, ambientali e culturali di una data area o regione”.
Tale concetto può estendersi anche ai paesaggi forestali, i quali nel nostro paese sono anch’essi legati alle dinamiche storiche e quindi sono il prodotto di pratiche tradizionali e forme di gestione che hanno modificato le condizioni di densità, struttura e composizione specifica tipiche delle formazioni naturali.
In conseguenza di quanto sopra, i criteri di selezione dei paesaggi storici tengono presente le caratteristiche di storicità del paesaggio associati alla permanenza di pratiche tradizionali che li determinano, impiegando i concetti di “significatività” , “integrità” e “vulnerabilità” per valutare le loro caratteristiche in merito all’inclusione nel registro.
Trattandosi di paesaggi strettamente legati alle attività agricole, forestali e pastorali, per loro natura caratterizzate da una continua evoluzione, l’inclusione nel Registro prevede non solo l’accertamento delle caratteristiche sopra indicate, ma anche indicazioni relative agli indirizzi gestionali per la loro conservazione ed una valutazione del loro stato di integrità.