“La Perla del Gargano” è un comune italiano di 14006 abitanti della provincia di Foggia, in Puglia. Stazione balneare garganica che per la qualità delle sue acque di balneazione è stata più volte insignita della Bandiera Blu dalla Foundation for Environmental Education. Baie e grotte, ulivi e mandorleti, pini d’Aleppo e boschi di quercia e faggio. E poi, naturalmente, tanto mare da godere in quasi sei mesi e tanti scorci di paese. Vieste ovviamente non sta tutta qui, ma come riassumere i tratti caratteristici che la natura e l’uomo hanno costruito nei secoli se non così? Non c’è dubbio che Vieste sia di origine greca, benché numerose e sparse in un territorio abbastanza ampio appaiano le tracce delle prime popolazioni che frequentarono e abitarono questi luoghi sin dal Paleolitico. Il paese sorge su un promontorio roccioso che si allunga verso il mare. All’inizio di una delle sue splendide spiagge di sabbia dorata, quella detta “del castello”, si erge, solitario e maestoso, un bianchissimo monolito, alto poco più di venti metri, denominato “Pizzomunno”, frutto inconsueto dell’erosione del vento e del mare. E’ uno dei simboli che hanno trasportato l’immagine di Vieste e del Gargano nel mondo intero, insieme alla leggenda popolare che l’accompagna. Si narra, infatti che “Pizzomuno” altro non sia che un giovane pescatore tramutato in roccia da sirene gelose che mal sopportavano il suo amore per una dolce fanciulla del luogo. Ogni cento anni, in una notte di luna piena, come d’incanto, l’enorme roccia si trasforma e riacquista le sembianze umane. “Pizzomuno” torma così ad amare la sua diletta fino all’alba quando l’incantesimo si rompe. Tutto il centro storico, d’origine medievale, merita di essere visitato con attenzione. Dal maestoso castello svevo, fatto realizzare da Federico II su ruderi di un maniero d’epoca angioina, alla splendida basilica cattedrale, dedicata all’Assunta, in stile romanico-pugliese risalente all’XI secolo e al cui interno sono custodite tracce primordiali della sua costruzione (colonne, capitelli, archi e finestre) ed importanti opere pittoriche del 1581 e del 1600. Un altro tassello di storia, fatta purtroppo di martiri e di sangue, è la “chianca amara”, grosso frammento di roccia, così detta perché su di essa furono decapitati centinaia di innocenti cittadini viestani ad opera di feroci bande turche che capeggiate da Dragut Rais che nel luglio del 1544 assalirono il paese, saccheggiandolo, portando morte e distruzione. Lungo la costa di Vieste, poi, è possibile ammirare i trabucchi, antichi strumenti di pesca, vere opere dell’ingegno umano, fatti di travi in legno. Tra i più grandi, quello che sorge sulla penisoletta di San Francesco, e quello di “Punta Santa Croce”, in fase di restauro come quello della “Ripa” e di “San Lorenzo”. Vieste è indubbiamente una delle perle del Gargano, per la molteplicità delle sue strutture ricettive, alcune delle quali premiate a livello internazionale. Attualmente dispone di 80 alberghi, con classificazione variegata da una a cinque stelle, e circa 130 tra residence e villaggi, tutti ottimamente attrezzati e dotati dei migliori servizi e confort. Enorme, pertanto, il flusso di turisti e di villeggianti. Nel corso della stagione turistica 2004 (aprile – ottobre) sono state registrare ben cinque milioni di presenze. La maggior parte delle strutture è dislocata lungo i 40 chilometri di costa di cui è composto il suo territorio e dove è facile perdersi nelle bellezze del paesaggio, soprattutto quello più esposto al mare, che presenta un incantevole litorale, fatto di grotte, anfratti, baie e spiagge sabbiose o ghiaiose. Eppure qui l’industria turistica vi ha messo piede in tempi tutto sommato recenti. Con l’insediamento di Pugnochiuso, voluto dall’ENI di Enrico Mattei nei primi anni Sessanta del secolo scorso, è partita questa “avventura” che stimolata da solerti imprenditori è esplosa al punto da catapultare Vieste tra le capitali del turismo estivo.

 

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