Ussaramanna è incastonato in una valle tra parco della Giara (sa Jara Manna) e giara minore di Siddi, in uno splendido scenario naturalistico. Ussaramanna è un centro agropastorale di poco più di 500 abitanti della bassa Marmilla. Il suo territorio è coperto da distese di grano, mandorleti, vigneti e oliveti, da cui derivano ottimi olio d’oliva e vini malvasia e nuragus. Vicino alla giara di Siddi verdeggia rigogliosa un’oasi di essenze mediterranee, tra cui aloe, alloro, camomilla, cardo mariano, mirto, rosmarino, salvia e timo. Le erbe aromatiche hanno dato impulso al settore cosmetico e farmaceutico – da esse si ricavano oli essenziali di pregio – e sono protagoniste delle ricette di cucina. A maggio si celebra la mostra delle erbe spontanee, con convegni e degustazioni, cui sono abbinate esposizione artigianale e sagra de sa pardula, dolce a base di ricotta o formaggio. L’abitato si snoda dal nuraghe San Pietro, in cima a una collina in periferia, che prende nome da una chiesa scomparsa, fino alla parrocchiale di san Quirico martire, sorto su un precedente edificio. La ricostruzione iniziò nel XVIII secolo e si concluse con la consacrazione del 1953. Al suo interno ammirerai preziosi arredi marmorei: acquasantiera, altare maggiore e pulpito. Il patrono è festeggiato a metà luglio con una processione, al termine della quale si intonano is coggius. Il centro storico conserva case con corti centrali, porticati, magazzini e pregiati portali. A sud-est del paese, si trova il santuario di santa Maria, risalente a fine XVI secolo, sconsacrata nel 1753 e usata come monte granatico (oggi sala congressi). Il Santu Perdu, detto anche su Nuraxi, è un nuraghe quadrilobato, con torre centrale ben conservata (alta sette metri) avvolta da un bastione con le quattro torri, collegate da cortine murarie. All’esterno sono venuti alla luce ambienti rettangolari di impianto forse romano. Oltre a questa imponente testimonianza ‘urbana’, il territorio conserva altri interessanti nuraghi: Cabonu, Molas e su Sensu. Le origini del borgo sono forse di epoca romana, alla quale risalgono anche una necropoli in località Bingias beccias, ceramiche e blocchi di pietra di un piccolo insediamento rurale vicino alla chiesa di san Lorenzo martire, a circa un chilometro dal paese. Il santuario risalente al XIV secolo, sorge tra ulivi millenari e macchia mediterranea: fu parrocchiale del villaggio scomparso di Ussaredda (Ussara minore), i cui superstiti, secondo leggenda, fondarono Ussaramanna (Soramanna in campidanese). Dalla Chiesa provengono due dipinti raffiguranti san Rocco e san Sebastiano, opere del maestro di Oliena, custodite nella pinacoteca nazionale di Cagliari. Il santo è celebrato il 10 agosto con una processione accompagnata da rosario e melodie delle launeddas: è una delle feste più sentite in Marmilla.
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