Sorge su un colle alto 430 m. Il sistema collinare circostante, con il Monte delle Fate e la valle di Camposoriano, raccorda il territorio del comune di Sonnino con quelli di Terracina e Monte S.Biagio. Il paesaggio, come in tutti gli Ausoni, alterna versanti brulli, macchia mediterranea e molti oliveti a boschi di lecci, querce e ginepri.Sorge su un colle alto 430 m. Il sistema collinare circostante, con il Monte delle Fate e la valle di Camposoriano, raccorda il territorio del comune di Sonnino con quelli di Terracina e Monte S.Biagio. Il paesaggio, come in tutti gli Ausoni, alterna versanti brulli, macchia mediterranea e molti oliveti a boschi di lecci, querce e ginepri. Il paese ha origini romane ed è diviso in quattro rioni. L’attuale nucleo, di epoca medievale, è caratterizzato da stradine tortuose, gradinate, torri e porte, scale addossate a edifici di pietra con archivolti, portoncini e pilastrini. Sonnino offre, oltre alla ricchezza del suo olio, per cui è famosa in tutto il Lazio, anche “ricchezze” di altro genere. Ad esempio del convento di Santa Maria delle Canne oppure la Chiesa di San Michele Arcangelo. Quest’ultima è la più antica del paese: risale infatti al secolo XIII. Nata come cappella per l’adiacente castello, al suo interno, nella Cappella di San Sebastiano (XIII sec.), si trovano importanti motivi architettonici. Si possono ammirare un Crocifisso in legno del XV secolo e, in tutto il suo splendore, l’icona della Madonna delle Grazie, risalente al XII secolo, in stile bizantino e dipinta su legno. Inoltre, non si può perdere il Museo del Brigante. Il museo, inserito nel borgo rurale dei Fienili, ospita editti e documenti a partire dal ‘500, l’iconografia dell’epoca con incisioni, acquerelli, olii, soggetti e strumenti del vivere quotidiano. La città di Sonnino ha cinque porte di accesso al paese: la Portella, Porta S.Pietro, Porta S.Giovanni, Porta di Tocco e Porta Riore. Le porte erano collegate tra loro da camminamenti all’interno delle mura cittadine e venivano aperte al mattino e richiuse al tramontar del sole. La porta principale di accesso non era “La portella”, come si potrebbe pensare, dato che attualmente si affaccia sulla piazza principale del paese, ma la Porta San Pietro poiché è qui che arrivava l’unica via accesso al paese: la “Via Volosca” (una vera mulattiera). Nel tempo prese il suo posto la Porta Riore, perchè la più vicina a questa via di accesso: la posizione esatta di questa attualmente non è più visibile, in quanto è qui che cominciò la distruzione del paese per ordine di Pio VII nel 1819. La Portella, una delle porte più piccole, è quella che veniva utilizzata principalmente dai signori del Castello. (nel portico che conduce alla chiesa di Sant’Angelo ancora oggi si possono osservare gli “anconi” di pietra che testimoniano l’antica porta di accesso I vicoli sono tutte le stradine tipiche del centro storico: stretti, lunghi o corti, ripidi o gradanti. L’origine di alcuni nomi assegnati ai vicoli deriva dalle famiglie che vi abitavano o da qualche loro caratteristica.