Selci è un paese della provincia di Rieti, nel cuore della Sabina, con poco più di 1.000 abitanti. Il centro storico, di forma ovoidale e immmerso nel verde delle sue colline, si erge sulla cima di un’altura a 204 m. d’altitudine: “una minuscola Roma circondata dai suoi colli”. L’unico ingresso al centro storico è ancora l’antica porta “Castru Silice”, che si affaccia direttamente sui pittoreschi vicoli stretti e lunghi. La Chiesa principale è quella dedicata al SS.Salvatore. Nella chiesa si trova una Pala del XVII secolo raffigurante il SS.Salvatore fra nuvole e angeli che poggia il braccio sinistro sul globo; in adorazione S.Eleuterio papa e S.Rocco con il cane, entrambi comprotettori di Selci, S.Stefano diacono, principale protettore del paese e S.Bernardino da Siena con libro e Monogranna YHS. Un’altra Pala dei sec. XVII-XVIII, raffigurante la Madonna Immacolata, si trova sopra l’altare di sinistra. Dello stesso periodo il quadro raffigurante la “Conversione di S.Paolo” e la fonte Battesimale in legno dipinto, di artigianato locale. Numerose chiesette rurali sono sparse nella campagna, come quella di S.Stefano e quella di S.Eleuterio, oltre a quella di S.Vincenzo di jus patronato della famiglia Savini, di S.Domenico e S.Bonaventura della famiglia Quintiliani, di S.Lucia della famiglia Benedetti, da quest’ultima è stata ricavata la fontana della piazza del popolo. Della prima fortificazione del Castrum Silicij (Selci) restano il massiccio “Torrione a pianta quadrata” , che ancora oggi domina il paese, la “Rocca Castri”, la “Platea Palatii Communis” e la “Cinta Muraria”. Nella villa di tulliano, nella collina che porta lo stesso nome, sono stati rinvenuti due “Ceppi funerari”, del periodo traianeo-adrianeo, dei coniugi Tullio Epafra e Tullia Simferusa.