Sant’Elia a Pianisi è un paese di origine medievale, l’atuale centro conserva il caratteristico ambiente planimetrico originario. La parte storica del paese comprende vecchie case, addossate alla Chiesa Madre. In una zona di falsopiano, a 666 metri s.l.m., sulle propaggini orientali dell’Appennino, sorge Sant’Elia a Pianisi. Il toponimo riflette il nome del patrono del luogo, Sant’Elia, mentre la specificazione “a Pianisi” riprende il nome di un antico Castello di Pianisi, raso al suolo nel 1528. Di origine medievale, l’atuale centro conserva il caratteristico ambiente planimetrico originario. La parte storica del paese comprende vecchie case, addossate alla Chiesa Madre. Il territorio di Sant’Elia è costituito da un’estesa zona pianeggiante più o meno continua, a tratti incisa da vallate gradatamente più profonde. La Chiesa parrocchiale, intitolata a Sant’Elia Profeta, è posta al centro del paese; poco si sa della sua origine: sul portale vi è la data 1589, ma con molta probabilità a quell’epoca fu restaurata su un precedente edificio. Il Convento dei Padri Cappuccini, situato a est del paese un tempo extra moenia ora si trova in una zona quasi centrale; annessa al convento vi è la Chiesa consacrata a San Francesco nel 1604 e lo stesso anno, il 4 ottobre, fu piantata una croce e oggi quella croce è stata risistemata in quello stesso luogo e una lapide posta alla base ne ricorda i due eventi. Una visita al Convento di Sant’Elia non può non prevedere una sosta in quella che per quattro anni, 1904-1907, fu la cella di Padre Pio da Pietrelcina, una sosta doverosa meritano anche la casa natale e la cella
dove pregò, visse e morì Padre Raffaele da Sant’Elia a Pianisi – il Monaco Santo – punto di riferimento per lo stesso San Pio. Ricordi dell’epoca romanica sono evidenti nella Chiesetta di San Pietro, XI secolo, posta a 6 Km. dal centro urbano, ed in particolare nella facciata che è divisa da lesene collegate da archetti, che pur semplice nello stile ben si addice nella situazione paesaggistica. Detta Chiesa un tempo faceva parte di un complesso monastero- romitorio dell’Ordine Benedettino. Oggi nei pressi della Chiesetta vi è un area attrezzata per un turismo autenticamente amante della natura. All’interno dell’abitato si lascia ammirare un lastrone con lunetta che sovrasta l’ingresso della Chiesa di San Rocco: vi appare un cavaliere, forse un vescovo, che si dirige verso una margherita ad otto petali, inseguito da un mostro alato, ascrivibile al XIII XIV secolo. La Chiesa fu costruita nel XVI secolo e adiacente al Palazzo baronale: ora è inserita nel palazzo municipale che è stato edificato su una parte di quello. Interessante è la croce viaria, datata 1392, che posta nei pressi del Convento, ne indicava la via; ora è conservata nell’atrio del Municipio per proteggerla dalle intemperie.