San Pietro a Maida è un comune italiano di 4 302 abitanti della provincia di Catanzaro in Calabria. L’abitato di San Pietro si sviluppa su un pianoro a 355 m sul livello del mare, dominato dall’incantevole monte Contessa ed ha una superficie territoriale pari a 16,35 km². Clima, ambiente ed attività economiche Il paese gode di un clima molto mite, grazie all’invidiabile posizione geografica ed agli influssi benefici del Tirreno. La natura del suolo, molto favorevole all’agricoltura, alla coltivazione dell’ulivo in particolare, ha consentito nel tempo un eccezionale sviluppo di tale coltura, tant’è che pochi territori in Calabria ed in Italia possono contare un percentuale così alta di superficie olivetata (800 ettari circa) rispetto alla superficie agricola utilizzata. Dall’agricoltura, infatti, la popolazione ha tratto e continua a trarre la maggior parte dei suoi mezzi di sostentamento. Non sono mancati in passato e non mancano tuttora rilevanti attività artigianali; nell’edilizia è riconosciuta l’intraprendenza e l’operosità dei “mastri” locali o di piccole imprese; una lunga tradizione anche quella del cucito, della tessitura, del ricamo che nuovo vigore ha preso negli anni recenti. Vivacissimi sono anche il commercio ed il settore della lavorazione del ferro, dell’alluminio, del rame, del legname e della trasformazione di prodotti agricoli. Ottima la lavorazione di insaccati, salumi in particolare, e di formaggi. In ascesa l’allevamento di suini, mentre un leggero declino si nota per quello del pollame e degli ovini. Si lamenta anche la mancanza di una fiera agricola e del bestiame, in un paese dove, fino a qualche decennio fa, ve ne erano due di antica tradizione, che rappresentavano pur sempre un momento significativo di tutta l’attività economica locale. Olio, grano, frutta e verdure sono i maggiori prodotti agricoli; tuttavia, nonostante i progressi realizzati in questi ultimi anni, la vita dell’agricoltore continua ad essere magra e i campi si stanno sempre più spopolando. Pregiatissima soprattutto è la produzione di olio extra-vergine di oliva, ottenuto dalla semplice spremitura dei frutti raccolti con amorevole cura dalle mani esperte del bracciatizio locale. Dei secolari maestosi ulivi, varietà carolea, che a perdita d’occhi, svettano ed ondeggiano nella piana e nella collina circostanti. Un olio, quello che si estrae in questo territorio, tra i migliori in Italia, un prodotto non solo di eccezionale di qualità nutritive, di alto valore biologico, vitaminico e di elevata genuinità, con ecellenti dati chimici, quali l’acidità inferiore allo 0,4% e il numero di periossidi inferiore a 15%, ma anche con particolarissime qualità organolettiche, tanto da risultare sempre un alimento superiore allo standard medio della zona, da sempre riconosciuto per l’eccelenza dei suoi prodotti. Storia Secondo le origini storiche tramandateci dal Barrio, il centro storico si sarebbe sviluppato da un villaggio di bonifica sorto nel XV secolo, denominato “Petrum”. Testimonianze più accreditate inducono tuttavia a pensare ad origini più antiche, forse contemporanee al primo insediamento della vicina Curinga (IX-X sec.). È documentato comunque che la parte più a valle del suo territorio fu abitata dai primi uomini apparsi sulla terra e fu per lunghissimo tempo un’importante stazione del Paleolitico Inferiore Antico (700.000-500.000 anni fa). Centinaia di reperti litici, ritrovati attraverso diversi scavi, a partire dal 1973, riportano infatti la San Pietro preistorica ad un’epoca del Quaternario, il Pleistocene, assegnandoli un posizione di primato nell’ambito della preistoria a livello nazionale. Attualmente l’abitato, urbanisticamente compatto, si distende intorno all’antica viabilità rurale dell Pendici di Corda. Di un certo interesse è l’articolazione del centro storico, che contiene importanti testimonianze artistico religiose, quali la chiesa matrice di San Nicola di Bari (XVI sec.) e quella di San Giovanni (XV sec.) Evoluzione demografica Abitanti censiti Amministrazione Eventi Sede degli speciali “Ulivo”, che dal 1985,con periodicità biennale, si svolgono all’interno del territorio con una serie di iniziative culturali e promozionali che prevedono seminari, momenti di studio, riflessioni corali inerenti l’olivicoltura. In particolare si tenta di valorizzare il territorio, partendo da quello che è l’elento peculiare (olio extra-vergine di oliva) non solo per quanto attiene l’aspetto meramente commerciale, ma soprattutto come modello per una nuova cultura alimentare e per una nuova tipologia di sviluppo economico-sociale quale appunto il turismo dell’olio ( la strada dell’olio ” le terre della carolea, sentieri e percorsi etnografici e naturalistici- la fiumara dei “trappiti” e dei mulini-,percorso ambientalistico dell’eremita, museo della civiltà dell’olio e dei sapori mediterranei, ecc.), che nell’ambito dell’enogastronomia può offrire ghiotte opportunità di rilancio e di sviluppo delle zone rurali e periferiche dell’area lametina. Monumenti Nell’estate del 2011 vengono posizionati i primi tre bassorilievi dei dieci complessivi, realizzati dagli scultori Francesco Violi e Fortunato Violi, rappresentanti le principali lavorazioni del paese. Le sculture, in terracotta refrattaria, di dimensioni 250 cm per 150 cm ogni pannello, sono state finanziate da diverse aziende locali. Nel maggio del 2013, vengono installati altri tre bassorilievi delle stesse dimensioni. “Raccontare la storia di un paese e del suo popolo grazie a delle raffigurazioni plastiche, come il bassorilievo, è una pratica che risale alle antiche popolazioni sumere e che da lì si è tramandata fino ad oggi, modificando temi, tecniche e linguaggi. I 10 pannelli in bassorilievo realizzati dagli scultori Francesco e Fortunato Violi, rappresentano sia la vita di tutti i giorni che una dimensione collettiva legata alle manifestazioni religiose come le processioni per il culto dei santi protettori del borgo, la figura di San Francesco di Paola per esempio, per passare poi alle riproduzioni di scorci particolarmente significativi di San Pietro a Maida. Con il loro ciclo di bassorilievi gli scultori Francesco e Fortunato Violi intendono illustrare un mondo fatto di uomini semplici e operosi, dove il lavoro contadino si pone come pietra miliare di una società ancora fortemente legata alla terra. La raccolta delle olive e la produzione dell’olio, è di certo l’attività più importante per la ricchezza e la solida tenuta civile della società sanpietrese, ma accanto a questa si trovano mestieri e occupazioni ormai cadute in disuso come la tessitura, attività prettamente femminile e la lavorazione del grano negli antichi mulini. Oggi in epoca moderna gli artisti utilizzano questa antichissima tecnica per raccontare il piccolo borgo di San Pietro a Maida, la sua storia e la sua gente. Il progetto nasce dalla forte necessità non solo di creare un elemento decorativo che funga da decoro urbano ma dalla volontà di realizzare un vero e proprio “Muro della Memoria”, che parli al paese e del paese affinché il territorio acquisti un nuovo senso e nuova vita attraverso un intervento artistico che invade la spazio e la storia del nostro paese. Il gesto e il lavoro degli artisti trasformano la percezione di un luogo dando voce e immagini alla storia del luogo stesso.