l nome “Romano” deriva senza dubbio all’alleanza veneto-romana avvenuta forse all’epoca della centuriazione di Cittadella o Bassano. Il riferimento a “Ezzelino” riguarda invece la famiglia degli Ezzelini che dopo il 1199 si trasferirono da Onara (Pd). Il potere raggiunto da Ecelo II “il Monaco” e dai due figli (Ezzelino III da Romano e Alberico II o Alberico da Romano) fino al 1260 fu tale che furono ricordati anche come i “da Romano”. Romano d’Ezzelino vanta anche una citazione nel Paradiso della Divina Commedia (c. IX, v. 25), dove Dante Alighieri, guidato da Beatrice, arriva nel cielo di Venere, gli si fa incontro lo spirito luminoso della sorella di Ezzelino III, Cunizza da Romano, che così gli racconta:

In quella parte della terra prava

Italica, che siede intra Rialto

e le fontane di Brenta e di Piava

si leva un Colle e non surge molt’alto

là onde scese già una facella

che fece alla contrada un grande assalto

Il Colle è un riferimento al Col Bastia dove oggi è visibile una torre campanaria a base circolare in ricordo dell’antica fortezza dei Da Romano. L’attuale Torre venne eretta nel 1827 progettata da Giovanni Zardo, discendente dei Canova. Oltre alla Torre Ezzelina, sul Col Bastia sono importanti l’antica chiesetta di Romano e il monumento a Dante Alighieri, ove sono riportate le terzine del Paradiso. Ma la relazione tra Dante e Romano d’Ezzelino continua nel canto XII dell’ Inferno, precisamente nel 7° cerchio, dove il sommo poeta relega tra i dannati Ezzelino III, detto il Tiranno:

“…E quella fronte c’ha ‘l pel così nero è Azzolino”.

Ezzelino sta immerso in un fiume di sangue bollente ad espiare le proprie colpe per esser stato un violento nei confronti degli altri (anche se poi la storia dimostrerà che il ghibellino Ezzelino era violento né più né meno degli antagonisti guelfi dell’epoca, ad esempio la strage di tutta la dinastia degli Ezzelini ad opera dei guelfi nel 1260 a San Zenone degli Ezzelini…). Due sono poi i momenti importanti vissuti a Romano d’Ezzelino nel XX secolo: la Prima Guerra Mondiale sul Monte Grappa, dal 1917 al 1918, e poi il periodo dell’emigrazione.

DA VEDERE

VALLE SANTA FELICITA.

Situata nella zona nord di Romano d’Ezzelino, la valle probabilmente prende il nome dalla Santa Felicita conservata nella chiesa di S.Giustina di Padova oppure dalla benedettina Felicita che fondò il convento nella valle. In ogni caso, questo suggestivo anfiteatro naturale, una volta molto urbanizzato, ha nel suo dna l’antico mercato ed il monastero. La Valle Santa Felicita è una delle valli più importanti del Massiccio del Grappa.  Dal punto di vista escursionistico, i numerosi sentieri portano dal fondovalle alla parte alta del Massiccio del Grappa, percorrendo l’intera Valle o i suoi ripidi fianchi. Valle Santa Felicita offre numerose attività sportive; dal trekking al biking, dall’escursionismo al volo libero, si trova infatti a pochi minuti dalle zone di decollo e atterraggio di Semonzo e Romano d’Ezzelino e ospita una delle più importanti palestre di roccia del Veneto.

GEOLOGIA E ROCCE.

Le rocce presenti sul Monte Grappa sono sedimentarie carbonatiche di origine organogene, formate in mare per accumulo di detriti e resti di animali e piante. Entrando nel dettaglio abbiamo le seguenti tipologie: dolomia principale, calcari grigi e bianchi, calcare oolitico, rosso ammonitici, biancone, scaglia rossa, marna. Questi tipi di rocce si sono formate in tre periodi geologici: Triassico, Giurese, Cretaceo. Nella parte bassa iniziale della Valle di Santa Felicita è presente il Calcare grigio del Lias, la parte mediana è costituita da Calcari bianchi del Dosiger, che danno origine a pendii scoscesi e dirupati ricoperti da praterie aride. Salendo verso Col Campeggia si rinviene il Rosso ammonitico del Malm e il Biancone del Cretacico.

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