Città delle cantine e delle acque termali, Rapolla è un piccolo centro del Vulture Melfese dalle infinite risorse. Vale la pena prevedere una sosta in paese, passeggiare per le strette e suggestive stradine in ripida ascesa verso la sommità del colle, fino a raggiungere la duecentesca cattedrale, da cui si gode il panorama sull’intera vallata e sulle numerose e caratteristiche cantine ipogee che costituiscono il noto “Parco Urbano delle Cantine”, ad ottobre teatro di un rinomato evento enogastronomico. Nel territorio di Rapolla sgorgano diverse sorgenti di acque minerali, in parte sfruttate per cure termali, fanghi e bagni. Visitare Rapolla consente di fare un salto nella storia, lo si percepisce subito visitando il suo centro storico e attraversandone gli antichi rioni. Nel quartiere Piano Castello sono subito visibili i resti delle mura di cinta, in particolare una torre circolare, mentre in Largo Castello si possono ammirare la Torre dell’Orologio e alcuni edifici storici, come Palazzo Lupo, Palazzo Brienza con il suo portale bugnato, Palazzo Megale, in stile liberty, e il Palazzo Dardes. Spettacolare la vista che si gode dal belvedere del Largo Castello. Qui, nella zona sottostante, in Via Monastero, si stagliano sotto gli occhi di chi osserva tante cantine scavate nel tufo utilizzate ancora per la conservazione del pregiato vino Aglianico Doc del Vulture. Esse compongono il Parco Urbano delle Cantine che in autunno si trasforma in una location dalla suggestione unica in occasione di un noto evento enogastronomico. Dopo stradine, scalinate, vicoli e piazzette si raggiunge, in Via dei Fabbri, la Porta dell’Annunziata. Non si può ammirare a Rapolla, dal momento che è custodito nella Torre dell’Orologio del castello di Melfi, ma appartiene a questo territorio, lo splendido Sarcofago di Rapolla, della seconda metà del II secolo d. C., proveniente dall’Asia Minore e ritrovato nel 1856 lungo la via Appia antica. Appartenuto di certo a un personaggio di rango elevato sul coperchio è raffigurata la defunta sdraiata.