Prelà è un piccolo comune della provincia di Imperia che conta circa cinquecento abitanti.E’ il capoluogo dell’alta valle del Prino. L’antico castello feudale, le cui rovine risalgono al XIV secolo,domina in posizione strategica tutto il territorio. A fondo valle, si trovail centrodi Molini di Prelà, che prende il nome dai suoi numerosi mulini, sospinti dalla forza naturale delle acque del vicino torrente.Le frazioni di Tavole, Valloria eVillatalla sonoposte in posizione dominante sui pendii. Confina con i comuni di Carpasio, Vasia, Dolcedo, Montalto Ligure e Borgomaro. Il 24 giugno si festeggia il Patrono, San Giovanni Battista. Tra gli edifici religiosi, molto bella ed elegante, la Chiesa di San Giovanni del Groppo, a Molini, risalente al XV secolo. L’interno è diviso in tre navate separate da quattro pilastri di pietra sormontati da semplici capitelli e custodisce un polittico di Agostino Casanova. Il paese di Tavole è situato al di sopra della fascia degli ulivi dove sono presenti i primi castagneti. Qui troviamo nella chiesa barocca della SS.ma Annunciata il polittico della Madonna del Soccorso del 1537 del Casanova.Villatalla è il paese più alto della valle, si trova in una splendida posizione panoramica tra due torri di guardia medioevali. Molto caratteristica è Valloria, piccolonucleo di case incastonate negli ulivi, che nel labirinto dei suoi caruggi permette di scoprire straordinarie opere d’arte. Sono le più di cento porte di stalle, magazzini e cantine, dipinte da artisti di fama internazionale che durante le due feste estive dell’inizio di luglio e di agosto richiamano a Valloria gente e turisti da ogni parte d’Italia e dall’estero. Valloria è conosciuto in tutto il mondo come il paese delle porte dipinte. Questa meritata fama che si concentra nel detto “A Valloria fai baldoria” è dovuta ad un gruppo di amici che hanno inizialmente creato un’Associazione dal nome “Le tre fontane”, legato alla tradizione locale, che si è poi trasformato in “Amici di Valloria”, con lo scopo di rivalutare e far rivivere le tradizioni e la cultura diquesto paesinoabbandonato dai più per andare a vivere in città. Il bisogno di mantenere un ricordo del passato e delle sue attività, usi e costumi si è materializzato con il restauro dell’Oratorio di Santa Croce nel 1994, che ha permesso di ospitare al suo interno il “Museo delle Cose Dimenticate”, nel quale sono esposti tanti preziosi reperti della vita quotidiana dei nostri avi in queste valli: attrezzi domestici o degli artigiani, antichi tessuti lavorati a mano, strumenti contadini e per la produzione dell’olio.

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