Possagno è un comune italiano di 2.260 abitanti della provincia di Treviso, nascosto fra il Pareton e il monte Palon. Possagno si distingue dai paesi limitrofi per due motivi, uno storico, l’aver visto i natali dello scultore Antonio Canova, e uno economico, dato dalle industrie di laterizi presenti. Dal punto di vista geografico Possagno si trova circondato dai monti a nord e a sud, mentre nelle altre due direzioni si apre verso i paesi di Cavaso del Tomba e Paderno del Grappa (località Fietta). Si tratta di un piccolo agglomerato di case immerse nel verde in cui spicca il Tempio, posto in alto rispetto al resto del paese e l’imponente complesso degli istituti Cavanis. Nonostante il comune si estenda fino alla cima dei monti a nord e a sud, tutto il paese è disegnato attorno alle due strade che lo attraversano da est ad ovest, lasciando il fianco del monte Pallone (a nord) ricoperto dalla vegetazione, mentre quello del Pareton (a sud) mostra le conseguenze dell’attività estrattiva della creta dalle sue pendici.
L’origine della parola “Possagno” deriverebbe, secondo alcuni, dall’unione di “poss” e “agno”, ossia pozza dell’agnello. Infatti Possagno è ancor oggi luogo di transumanza per le greggi che due volte l’anno pascolano nei prati vicini al centro cittadino (è non è questa l’unica ipotesi). La civiltà è presente a Possagno e in generale nella Valcavasia almeno dal neolitico o dall’eneolitico. Altri reperti testimoniano la presenza dei Paleoveneti, mentre è possibile l’esistenza di un castrum romano e di un castelliere medievale. La prima citazione scritta è del 1076, quando la località era feudo dei Rover, famiglia di origine germanica. Dopo gli eventi bellici che hanno colpito il Trevigiano tra il XIII e il XIV secolo, dal 1388 anche Possagno è stato incluso tra i domini della Serenissima. Dalla fine del XVIII secolo la storia del comune è legata al celebre nome di Antonio Canova, delle cui opere spicca il tempio Tempio Canoviano, una chiesa progettata dallo scultore ispiratosi al Pantheon di Roma, e dalla Gipsoteca canoviana, raccolta di calchi e gessi presso la casa dell’artista.Durante la ricostruzione nazionale anche Possagno ha avuto un suo ruolo: nel comune nascono le fornaci che, sfruttando la creta delle colline vicine, riescono a produrre laterizi per tutta Italia, esportando l’80% della loro produzione. Con le fornaci arrivano le risorse economiche, ma Possagno non perde la sua identità di piccolo paese di campagna, in cui ogni piccola contrada ha la sua chiesetta. È in questo periodo, stimolati dal Monsignor Giovanni Battista Sartori-Canova (1775-1858, vescovo di Mindo e fratellastro del più celebre Antonio di cui ereditò un consistente patrimonio), che i padri Cavanis fondano il loro collegio in Possagno. Destinato inizialmente ai bambini poveri, ad oggi il collegio (che ha mantenuto questa denominazione nonostante gli interni siano più unici che rari) conta elementari, medie e quattro tipi diversi di superiori ed è uno degli istituti privati più importanti della zona. Nella prima guerra mondiale la linea italiana era nei pressi di Possagno. A sud del monte Pallone il 5 novembre 1925 i possagnesi hanno posto una grande croce per ricordare quanti hanno perso la vita durante la guerra: una presenza che da allora sovrasta il paese. Fino ad oggi è possibile rinvenire residui bellici nelle montagne vicine (spesso con l’ausilio di metal detector) e le trincee sono da poco state rese visitabili ai turisti. Durante la seconda guerra mondiale Possagno ospitò alcune decine di famiglie di profughi ebrei in domicilio coatto dalla vicina Croazia, i quali fraternizzarono con la popolazione locale. Dopo l’8 settembre 1943 e l’occupazione tedesca, l’intero paese si mobilitò a nasconderli ed a evitare la deportazione, pur essendo la zona soggetta a rastrellamenti alla ricerca di partigiani. In quest’opera di soccorso agli ebrei si distinsero in particolare, la famiglia Isotton (che tenne nascosti nella propria casa i cinque componenti della famiglia Garti), Fausto Cunial e il giovane partigiano Alessandro Bastianon (che protessero le famiglie Errera, Rakover e Gredinger). Per questo loro impegno di solidarietà, l’Istituto Yad Vashem di Gerusalemme ha conferito il 31 maggio 1990 l’alta onorificenza dei Giusti tra le Nazioni a Ferdinando Isotton, Domenica De Biasio Isotton e Elvira Furlan Isotton, e il 4 agosto 1997 a Alessandro Bastianon e Fausto Cunial. (Notizie tratte da Wikipedia).