Paulilatino, nel Medioevo centro principale del Guilcer, è un paese che conta oggi poco più di duemila abitanti. E’ noto per le straordinarie testimonianze preistoriche e offre a residenti e visitatori numerosi spunti di interesse paesaggistico e storico – ambientale. Il centro, di origine romana, denominato Paulis Lactea, nome che deriva dalla palude in prossimità del paese prosciugata nel 1827, che in primavera pare si coprisse di una patina lattiginosa, latina in sardo logudorese. Il paese sorge nella parte meridionale dell’ altopiano basaltico di Abbasanta delimitato a sud dalla pianura del Campidano; a ovest dal Montiferru e ad est dalla regione del Barigadu.   Il centro conserva ancora in parte la conformazione urbana e le tipologie edilizie caratteristiche dei paesi del centro Sardegna, con le case basse realizzate spesso con blocchi lavorati di basalto nero con portali aragonesi e balconi di ferro battuto. La località è molto conosciuta per la presenza di numerose emergenze archeologiche che fanno intuire un area abitata dal periodo prenuragico e, ininterrottamente, nell’età nuragica e successivamente nel periodo punico e romano. Sono numerosi siti archeologici risalenti all’età nuragica e prenuragica disseminati nel suo territorio; domus de Janas, dolmen, menhir e circa 110 siti nuragici, tra cui, presso la S.S. 131, il sito di Santa Cristina (XII-VIII secolo a.C.), la più perfetta e affascinante architettura nuragica sacra, in cui si trova un pozzo sacro (IX-VIII secolo a.C.) di enorme valore storico e archeologico. Sorge in un parco con ulivi secolari, che prende nome dalla chiesetta campestre di Santa Cristina, risalente all’XI secolo. Il tempio a pozzo, abbracciato da un recinto a forma di serratura, presenta vestibolo e scala coperti da architravi e una camera con volta a tholos. L’acqua arriva alla vasca da una falda perenne. Fuori dal recinto si trova la capanna delle riunioni e una decina di ambienti, forse alloggi di maestri di culto e botteghe del mercato. A circa 200 metri di distanza si erge il nuraghe Santa Cristina, alto sei metri e largo 13, cui si addossano capanne abitate dall’età nuragica al Medioevo. Da non perdere anche i nuraghi Battizzones con mastio e bastione a tre torri, e il nuraghe Lugherras, costruito tra Bronzo medio e finale, con torre centrale attorniata da un bastione trilobato, a sua volta circondato da un antemurale con quattro torri. In prossimità si riscontra una tomba di Giganti con rara stele quadrangolare. In epoca punico-romana sulla sommità del nuraghe fu edificato un tempio per Demetra e Kore; dagli scavi vennero alla luce varie lucerne votive (lugherras), da cui il nome. Le più note tombe di Giganti sono quelle di Goronna, di cui una, lunga 25 metri, è tra le più grandi dell’Isola. Interessante è anche la tomba di Mura Cuada del tipo ‘a filari’. In epoca medioevale Paulilatino ha fatto parte del Giudicato d’Arborea, nella curatoria del Guilcier. Dopo la caduta del giudicato (1420) gli abitanti mantennero un atteggiamento ostile verso gli invasori Aragonesi, e si ribellarono quando vollero imporre come signori feudali i De Ligia. Il villaggio nel 1417 fu incluso nel grande feudo concesso a Giovanni Corbera e nel 1426 venne ceduto al marchese di Oristano. Dopo che il marchesato fu confiscato a Leonardo Alagon (1478), il paese entrò a far parte della contrada dell’Ocier Reale, e fu un feudo regio per tutto il periodo aragonese e spagnolo, cioè e gli abitanti chiesero e ottennero di essere amministrati direttamente da funzionari reali, e non più da signori feudali. Agli inizi dell’Ottocento, nel 1821, il paese, sotto i Savoia, fu incluso nella provincia di Oristano e successivamente vide la bonifica della zona paludosa che occupava una parte del suo territorio,. Nel 1838 fu riscattato al demanio, a cui apparteneva, per costituire un comune amministrato da un sindaco e da un consiglio comunale. In seguito all’abolizione delle province nel 1848, fu incluso nella divisione amministrativa di Cagliari, e nel 1859 nell’omonima ricostituita provincia; infine nel 1974, con la ricostituzione della provincia di Oristano, entrò a farne parte. Tra le principali feste e sagre che si svolgono a Paulilatino, si cita il 16 gennaio la Festa di Sant’Antonio Abate, la festa che segna l’inizio del Carnevale; il 20 gennaio, la Festa di San Sebastiano, con accensione di falò nella piazza dove si trova la chiesa dedicata al Santo. In occasione della Pasqua suggestivi sono i riti della Settimana Santa mentre tra fine aprile e inizio maggio si colloca la Festa della Madonna d’Itria e a maggio la Festa di Santa Cristina. Nei mesi seguenti si festeggia Santa Maria Maddalena a luglio; San Costantino a settembre e San Serafino ad ottobre.  Il 9 novembre si festeggia il Patrono, San Teodoro Martire, con cerimonie religiose e con manifestazioni civili, che si svolgono in piazza e nel Teatro Comunale. Prima della messa si svolge l’Ardia intorno alla chiesa parrocchiale, subito dopo la messa Su Preore invita tutti i cittadini a un rinfresco allietato da balli e canti. Anche il Carnevale è molto sentito, ha il suo culmine nella piazza principale dove tra suoni e balli si gustano i prelibatissimi dolci tipici di questo periodo, zippole, fatti fritti, chiacchere e bugie. Al termine si dà fuoco al pupazzo di pezza chiamato Randaceddu, a simboleggiare la fine del Carnevale. Tra i luoghi di interesse in ambito urbano di citano il Palazzo Atzori dove ha sede il Museo Archeologico Etnografico e il Teatro Comunale Grazia Deledda. Pregevole è la chiesa parrocchiale di San Teodoro Martire di cui si ha notizia a partire dal dal 1342 e successivamente adeguata e modificata fino al ‘800.

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