Piccolo borgo abruzzese di origini antiche, Moscufo, dall’alto della verde collina su cui sorge, domina maestoso la vallata sottostante. Circondato da rigogliosi uliveti attraversati dal tranquillo fiume Tavo, iI borgo si estende su una superficie di circa 20 kmq e si struttura in varie frazioni. Posto a 246 m s.l.m. dalle sommità del centro abitato è possibile ammirare, ad ovest, gli aspri profili della catena appenninica mentre, ad oriente, le dorate coste sabbiose della riviera adriatica. La zona ospita inoltre numerosi frantoi formando, con i comuni di Pianella e Loreto Aprutino, il cosiddetto “triangolo d’oro dell’olio”: un’area le cui caratteristiche geomorfologiche e microclimatiche consentono la produzione di un olio extravergine dalle straordinarie qualità chimiche e organolettiche. Sull’origine del nome “Moscufo” non abbiamo notizie certe. Secondo alcuni il toponimo si deve a “Moskoulf”, un capo longobardo che fu signore del castello eretto su Colle di Luca. Altri studiosi sostengono invece che il nome sia frutto della correzione di “Boscosus” in “Moscusus”, assorbendo, nel periodo longobardo, lessemi latini (mos-mus) e longobardi (kulf), ad indicare una collina tutta ricoperta di boschi. Lo stemma comunale rappresenta una torre d’oro di due palchi, aperta e finestrata nel campo, merlata di tre alla guelfa in campo rosso, sormontata da una stella d’argento a sei punte, simbolo di fortezza di prim’ordine. Infatti, come ricorda l’Antinori, la guarnigione del Castello di Moscufo, comandata dal valoroso capitano De Amicis, in epoca angioina, tenne a bada, per mesi, le truppe nella guerra contro L’Aquila. È sormontata da una corona e decorata nella parte bassa da un ramo di quercia e uno di alloro, rispettivamente simboli di eternità e gloria, legati insieme da un nastro tricolore. Il borgo comprende 8 frazioni: Bivio Casone, Casale, Moscufo Scalo, Pischiarano, Selvaiella, Senarica, Valle Pelillo, Villa Sibi.