Montemurro è un tranquillo paese del Parco Nazionale dell’Appennino Lucano Val D’Agri Lagonegrese, in una cornice di fitti boschi, sconfinati frutteti, uliveti e vigneti che lo rendono uno dei paesini più suggestivi di tutta l’alta Val d’Agri. Il suo centro abitato sorge su pareti rocciose e scoscese che si estendono a strapiombo verso la valle e da lì, dal dosso sul quale il paese svetta, si staglia agli occhi del visitatore uno stupendo panorama sul lago di Pietra del Pertusillo, invaso artificiale che sbarra il corso del fiume Agri. Montemurro è la terra del “poeta-ingegnere”, Leonardo Sinisgalli (1908-1981), il quale ha collaborato con la Pirelli, la Finmeccanica, l’Olivetti, l’ENI e Alitalia e, quando Enrico Fermi lo vuole come suo allievo Sinisgalli sceglie la poesia alle scienze, fondando, nel 1953 la rivista culturale “Civiltà delle Macchine”, diretta fino al 1979. A lui il paese ha dedicato la “Casa delle Muse” in cui sono racchiuse opere e vita dell’uomo di scienze e letteratura, mentre ogni anno l’evento “Furor Sinisgalli” ruota attorno alla sua figura, alle sue opere, alla sua carriera. I luoghi, i paesaggi, la gente di Montemurro sono legati alle figure degli illustri concittadini Leonardo Sinisgalli e Giacinto Albini, di cui restano impresse tracce indelebili. Passeggiando per Montemurro si può ammirare Palazzo Robilotta, per poi visitare la Casa Museo Leonardo Sinisgalli, sede della Fondazione Sinisgalli, che consente al visitatore di avvicinarsi ad una delle personalità più complesse e originali del Novecento. Impossibile non sostare, inoltre, davanti ai tanti graffiti disseminati lungo le strade e i vicoli del paese, da un’idea dell’artista Giuseppe Antonello Leone fondatore della Scuola del Graffito polistrato di Montemurro. Pian piano si raggiunge il busto che ricorda la figura del patriota risorgimentale e sindaco Giacinto Albini. Un concentrato di arte, storia, cultura e paesaggi, questo è Montemurro e per questo Leonardo Sinisgalli ha scelto di ritornarci, per sempre, come aveva promesso “Qui dovevo vivere, verrò a morire tra i ruscelli le vigne e le pietre” ne “Verrò a morire”.