Montelibrettesi è tagliato dalla Via Salaria. Eccellente il clima. Fertile la terra. Produce ogni specie di frutta: ciliegie, e pesche in quantità rilevantissima e di qualità superiore, da competere vantaggiosamente su tutti i mercati. Molto prospera è la cultura dell’ulivo (I° OLIO D.O.P. della Sabina Romana in Italia) Adagiato su varie e dolci colline, circondate da più alti colli e monti, domina a mezzogiorno molta parte della campagna romana, restando aperto a ponente. Dista circa 45 Km da Roma, che è il più florido mercato, e il più forte centro di assorbimento di mano d’opera.  Centro agrario della Sabina adagiato su un lungo sprone collinare proteso verso il fondovalle pianeggiante del Tevere alla sinistra del fosso di Carolano. Consta di una parte medievale, cinta in parte di mura, con torri,, e di una parte nuova periferica, sparsa ai lati della strada di raccordo alla via Salaria. Il territorio comunale comprende una parte del centro di Passo Corese (diviso con il comune di Fara Sabina) posto alla sinistra del Tevere nel punto in cui la salaria lascia il fondovalle addentrandosi nelle colline sabine. Confina a Nord con il territorio dei comuni di Montopoli in Sabina e Fara Sabina e Nerola, ad est con Montorio Romano e Nerola, a sud con Monterotondo, Palombara Sabina e Moricone, ad ovest con Capena e Fiano Romano. Il nome Montelibretti desta curiosità e la sua etimologia è stata sempre un bel rompicapo per tanti storici. L’ipotesi più certa e documentata è che esso derivi da “Mons Bricti”, perché infatti, nel 1825, fra le rovine di una grandiosa villa romana della famiglia imperiale degli Antonini, è stato rinvenuto un pezzo di conduttura con la scritta “C BRVtti Praesentis”. Questi era il padre di Brizia Augusta Agrippina, moglie dell’Imperatore Comodo. Una lapide di Gneus Lentulus Gentulicus fa mensione di una “Villa Bruttina in Sabinis Suis” Da Nomentum (Mentana) partiva una strada detta “Via Britta”, che terminava in località vocabolo “TRE PONTI”  sotto la così detta “Muraccia”, proprio dove zampilla l’acqua sulfurea, a pochi passi dalla fonte dell’acqua ferruginosa, ambedue in stato di totale abbandono e nascoste da abbondanti cespugli spinosi. La via Salaria e la via Nomentana attraversano tutto il territorio per poi ricongiungersi e confondersi in prossimità dell’attuale centro abitato. Deve la sua importanza per l’ubicazione in prossimità di un sistema viario strategico tra Adriatico, Tirreno e per tutto il centro Italia. Nel territorio di Montelibretti si trova una zona di interesse archeologico: Colle del Forno. Il nome secondo le ipotesi più attendibili, sembra essere derivato dalla presenza di forni per la cottura di laterizi. L’altura sulla quale sono state individuate le tombe è di 51 M; la zona si trova a 30 Km da Roma e 10 dal paese di Montelibretti, sulla Via Salaria in vista del Tevere. Nel Dicembre del 1970, mentre si procedeva ai lavori di sistemazione per i laboratori del C.N.R. (Centro Nazionale Ricerche), in località Colli del Forno di Montelibretti, si notarono tracce di scavi clandestini. Scavi successivi riportarono alla luce una vera e propria necropoli: città dei morti formata da molte tombe risalenti tra la fine del VII° sec. E la prima metà del VI° sec. a.C. Le tombe, quasi tutte scavate nel tufo e a forma di camera hanno portato a dedurre che siano di tipo etrusco. Molti corredi funebri gia trafugati prima degli scavi si trovano sparsi nei musei (Carro da guerra a Copenaghen). Altri materiali sono: ceramiche, lance, che si trovano nel museo di Magliano Sabina e Fara Sabina. L’area archeologica è accessibile al pubblico. Per visitarla contattare il C.N.R. al numero: 06/906721.

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