Sito alle pendici dei monti Ebrei, Mirabella Imbaccari si distingue per la ricca produzione di uva, agrumi, olive, mandorle e nocciole. Caratteristici sono i ricami e il tombolo (particolare tipo di merletto lavorato con aghi) dell’artigianato locale che vengono esposti nell’annuale Mostra artigianale del Tombolo che si svolge nel mese di settembre. Il nome Mirabella venne dato al paese dal suo fondatore Giuseppe Paternò barone di Raddusa che volle cosi onorare la moglie donna Eleonora Mirabella. Il primo borgo fu eretto nel preesistente feudo di Baldo, ma venne subito abbandonato a causa di una funesta pestilenza. Nel 1635 venne ricostruito e fu aggiunto l’appositivo “Imbaccari” dall’omonimo colle su cui sorse il paese. Dal XVII secolo esso appartenne alla famiglia Trigonia prima e poi ai principi Biscari sino al 1925, anno in cui divenne comune autonomo. Nel settore monumentale citiamo il Palazzo Biscari eretto nel 1630 e parzialmente danneggiato dal sisma del 1693 e la Chiesa Madre in tipico stile barocco. È interessante ricordare che la gentildonna catanese Angelina Auteri, nel 1910, istituì nella città la cosiddetta “Opera del Tombolo”, cioè un’associazione che insegnava questa peculiare arte del ricamo a mano, oggi principale attività dell’artigianato locale

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