Melfi fu abitata sin dal neolitico e subì l’influenza romana, come è confermato dall’esistenza di alcuni ruderi di una villa romana con mosaici. Successivamente al dominio di Roma, subì l’influenza longobarda, poi quella bizantina, e nel 1041 divenne la prima contea dei Normanni in Italia. Guglielmo d’Altavilla vi fece costruire un Castello, che è senza dubbio il più noto della regione. In seguito, il castello venne ampliato dagli Svevi e poi dagli Angioini e Federico II nel 1231 vi promulgò le Costitutiones Augustales, il primo testo organico di leggi scritte dell’età medioevale e di contenuto sia penale che civile. Il Castello dal XVI secolo divenne dimora della famiglia Doria fino alla riforma agraria e fu sede anche di vari Concilii. Il primo Concilio nel 1059 venne convocato dal Papa Nicolò II, il secondo nel 1067 dal Papa Alessandro II e il terzo Concilio venne convocato dal Papa Urbano II nel 1089, durante il quale il pontefice bandì la prima crociata in Terra Santa contro gli infedeli, istituendo l’obbligo del celibato ai religiosi. Nel Castello, che fu originariamente costituito da una parte centrale circondata da una cinta muraria, oggi ha sede il Museo Nazionale del Melfese che conserva numerosi reperti archeologici riguardanti le popolazioni indigene della preistoria, dei periodi romano, bizantino e normanno. Nella torre vi è conservato il ‘Sarcofago di Rapolla’, meraviglioso lavoro creato da artisti dell’Asia Minore. Di interesse artistico è il Duomo dedicato all’Assunta che fu edificato nel 1153 dal re normanno Guglielmo I detto il Malo. L’edificio fu quasi interamente rifatto nel XVIII sec. in stile barocco, tranne il campanile che conserva ancora lo stile originario normanno. L’interno è a tre navate e conserva un crocifisso ligneo del XV sec., numerosi dipinti e una tavola del XII sec. raffigurante la Madonna col Bambino fra due Angeli. Accanto al Duomo sorge il Palazzo del Vescovado dove all’interno del cortile vi è una fontana in stile barocco. Dalla Porta Venosina, unica delle quattro porte di Melfi ancora esistenti, è possibile ammirare una piccola parte delle antiche mura della città e l’affascinante panorama del Vulture. Negli ultimi anni Melfi è diventata un attivo centro industriale, infatti con l’apertura dello stabilimento Fiat, molti giovani reclutati dai vari paesi della Basilicata e delle regioni limitrofe, hanno trovato occupazione. La fertilità dei terreni della zona ha consentito lo sviluppo di diverse colture: vigneti, dai quali si ricavano ottimi vini, castagneti da frutto e oliveti.