Marostica è nota in tutto il mondo per la partita a scacchi che si svolge con personaggi viventi nella piazza cittadina, ogni due anni (anni pari) nel secondo fine settimana di settembre: è una tradizione avviata nel 1923 e che si vuole ispirata ad un evento del 1454, sebbene non vi siano prove storiche. Per questa storica manifestazione la cittadina vicentina viene anche soprannominata “la città degli scacchi”. A Marostica Tutti i giorni è possibile ammirare alcuni dei costumi originali nel piccolo Museo degli Scacchi all’interno del Castello Inferiore e sfidarsi al nobil gioco degli scacchi sulle grandi scacchiere posizionate sotto al Doglione, nel lato settentrionale di Piazza Castello. Si fregia del marchio di qualità turistico-ambientale della Bandiera arancione conferito dal Touring Club Italiano. Marostica è altresì famosa per la produzione della Ciliegia di Marostica, prodotto a indicazione geografica protetta. Riguardo alle origini del toponimo, gli eruditi del passato si sono sbizzarriti, ma le loro spiegazioni sono oggi ritenute fantasiose e prive di fondamento. Molti lo hanno fatto risalire a Marii ostium o a Marius stetit, credendo che qui Caio Mario avesse posto un accampamento durante la guerra civile contro Silla. Per Giovanni da Schio è un composto formato da mar, in celtico “sopra”, e Asticum, riferimento al torrente Astico che scorre poco distante. Secondo Francesco e Giovanni Spagnolo, invece, si lega al veneto maro “covone”, ad indicare la forma dei colli che caratterizzano il territorio, oppure è un fitonimo da avvicinare a marrone. Il noto toponomasta Dante Olivieri ha cercato di presentare delle ipotesi più verosimili, pur riconoscendo una certa difficoltà. Se fosse di origine preromana o romana potrebbe derivare da un ipotetico nome personale Marosto o Maroste (da confrontare, forse, con l’etnico Venostes), con l’aggiunta del suffisso di appartenenza -ĭca. Invece, collocandolo in epoca più tarda, potrebbe essere un composto di lama (la prima sillaba sarebbe andata persa perché intesa come articolo) “palude” e rostica, derivato dall’aggettivo rosto “arrostito, bruciato”: significherebbe, quindi, “palude dissodata tramite debbio”.

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