Marciano della Chiana, borgo fortificato nel cuore della Val di Chiana, sorge su una collina da cui domina sui quattro lati una vasta campagna. La presenza etrusca nella zona è testimoniata dai resti di ricche necropoli e importanti ritrovamenti, come il “Torso di Marciano”, una statua di guerriero in pietra fetida del VI secolo a.C. custodita nel Museo Archeologico “Gaio Cilnio Mecenate” di Arezzo. Anche in epoca romana rimase punto strategico. Qui doveva avere i suoi possedimenti terrieri la gens Marcia, che secondo gli studiosi dette anche il nome al luogo.
L’impaludamento della Val di Chiana in epoca altomedievale portò gli abitanti dell’area marcianese a spostarsi nelle zone collinari. Nell’XI secolo sono documentati due importanti castelli: quello di Cesa, appartenente ai vescovi di Arezzo, e quello di Marciano, citato in un inventario del 1084 dei beni di proprietà della Badia di San Quirico alle Rose ma di probabile origine longobarda.
Divenuto libero comune, nel XIII secolo Marciano finì sotto il controllo di Arezzo, che ampliò il fortilizio esistente e lo munì di una nuova cinta muraria, un cassero e quattro torrioni cilindrici agli angoli delle mura. Per la sua particolare posizione strategica il castello fu al centro di aspre contese tra Arezzo, Siena e Firenze per tutto il XIV secolo, finché nel 1382 passò per un breve tempo in mano ai senesi, che potenziarono la rocca, e dal 1384 in maniera definitiva ai fiorentini, che rafforzarono a ammodernarono ulteriormente le fortificazioni.
Il 2 agosto 1554, a breve distanza da Marciano, si svolse la Battaglia di Scannagallo, nella quale l’esercito mediceo alleato con gli spagnoli respinse i senesi guidati da Piero Strozzi e supportati dalle truppe francesi. Lo scontro, immortalato da Giorgio Vasari nel Salone del Cinquecento di Palazzo Vecchio, sancì l’egemonia sulla Toscana di Firenze e di conseguenza la nascita del Granducato.
Una visita a Marciano consente di ammirare il suo Castello, una delle architetture militari più importanti e caratteristiche del territorio aretino, con il suo impianto geometrico regolare e il copioso uso dei laterizi. All’area dell’antico fortilizio si accede attraverso una porta sovrastata dalla Torre dell’Orologio. All’interno il piccolo agglomerato urbano è dominato dalla torre della possente Rocca, oggi centro culturale polifunzionale dove si può osservare un’esposizione permanente dedicata alla Battaglia di Scannagallo con costumi, armature e armi dell’epoca e un plastico dello scontro tra fiorentini e senesi.
I visitatori hanno anche la possibilità di vedere un’installazione che combina un video realizzato con tecnologia immersiva a 360° con delle interfacce sensoriali che permettono di riprodurre sensazioni tattili.
L’edificio religioso principale di Marciano è la Chiesa dei SS. Stefano e Andrea, sorta nell’XI secolo ma ristrutturata negli anni Novanta del XVI secolo e ancora nel Settecento. Ha la pianta a croce latina, tre navate e l’abside quadrata. Al suo interno si ammirano varie opere d’arte, come la “Madonna con il Bambino e i santi Giacomo e Cristoforo” di Bartolomeo della Gatta risalente al 1486. Sempre a Marciano si trova la cinquecentesca Chiesa del Ss. Crocifisso, in stile francescano, provvista di portico con colonne doriche e dedicata in origine alla Ss. Annunziata. L’edificio attuale, sconsacrato e trasformato in salone, è una ricostruzione successiva ai danni causati dai tedeschi in ritirata nel 1944.
Il territorio comunale di Marciano offre la possibilità di visitare anche altri luoghi interessanti come Cesa, dove si trova l’antica Pieve di Santa Lucia e San Michele Arcangelo. L’edificio venne rinnovato e ampliato nel 1712 e nel 1772 fu elevata al grado di pieve. Al suo interno sono custodite opere seicentesche di Salvi Castellucci, allievo aretino di Pietro da Cortona. La Chiesa di San Bartolomeo a Badicorte è appartenuta invece a un’abbazia del XII secolo, ma fu rovinata durante la Seconda Guerra Mondiale. Negli anni Cinquanta del secolo scorso venne ricostruita, preservando le parti sopravvissute, come la suggestiva parte absidale romanica.