Fiesole, 300 m. di altitudine domina il centro di Firenze che dista solo 5 Km. Il territorio misura circa 42 Kmq., quasi tutto in collina con altezze che variano dai 58 m. sulle rive dell’Arno ai 702 m. sul Poggio Pratone, un vero tetto su Firenze. Il paesaggio è punteggiato da olivi, cipressi, da macchie di bosco e da case e ville inserite in questo quadro con sapienza secolare. L’area archeologica di Fiesole si formò a partire dalla fine dell’Ottocento quando cominciarono a tornare alla luce i resti del teatro romano. Fu poi la volta delle grandi piscine dell’edificio termale e della sua parte interna con le vasche e gli ambienti riscaldati. Più recente la messa in luce del tempio etrusco – romano i cui primi scavi, dopo alcune scoperte fortuite, iniziarono nel primo decennio del Novecento e, per quanto in aree limitate, proseguono ancora oggi. L’insieme di questi edifici, notevolmente conservati e inseriti in un ambiente di grande bellezza, costituisce l’Area archeologica di Fiesole al cui interno si trova anche il Museo archeologico. All’interno dell’area archeologica, è a forma di tempietto tuscanico. Vi sono raccolti i principali reperti provenienti della città e dal territorio che coprono un arco di tempo molto vasto: dalla protostoria al civiltà etrusca, romana , longobarda e al Medioevo. Vi è una ricca sezione antiquaria composta da bronzi, marmi, sculture. Di particolare valore la Collezione Costantini che raccoglie ceramiche greche, della Magna Grecia ed etrusche. Un piccolo scrigno di tesori d’arte: così può definirsi il Museo Bandini che raccoglie la collezione del canonico Angelo Maria Bandini, figura complessa di storico, filologo, collezionista vissuto tra il 1726 ed il 1803. Il Museo si distingue per la consistente presenza di artisti fiorentini e toscani del Duecento e del Trecento, i cosiddetti “Primitivi”: il Maestro della Storie della Croce, Taddeo e Agnolo Gaddi, Nardo di Cione, Lorenzo Monaco, sono solo i più noti fra gli autori delle tavole a fondo oro che rendono unico il Museo Bandini. Non meno significative le presenze di maestri del Quattrocento: da Neri di Bicci a Iacopo del Sellaio (Splendidi i suoi Trionfi) fino alla delicata Madonna con Bambino della bottega del Botticelli. Di recente apertura le sale dedicate alle sculture: tra queste, ben Venti terrecotte policrome dei Della Robbia, la più importante e conosciuta manifattura del rinascimento fiorentino. Da vedere anche la Cappella di San Jacopo, la Basilica di Sant’Alessandro, la Cattedrale di San Romolo, Monte Ceceri un’area di circa 44 ettari famosa per le cave di arenaria conosciuta come “pietra serena” utilizzata fin dal medioevo come materiale da costruzione di elementi architettonici e ornati in particolare a Firenze. Ricordata da Benvenuto Cellini e Giorgio Vasari , la pietra fiesolana si prestava perfettamente per opere architettoniche e monumentali, ma anche per elementi di arredo civile, sacro e urbano, tanto da spingere il governo Mediceo ad attuare una severa politica di controllo dello sfruttamento. Montececeri è anche un luogo “leonardiano”: la leggenda vuole che proprio qui Leonardo sperimentò il volo umano; il Castello di Vincigliata e Castel di Poggio.