Nell’antichità Collevecchio ha ricoperto un ruolo importante nell’ammnistrazione della Sabina: dal 1368 è stato proprietà degli Orsini fino al 1594, quando con la morte di Valerio Orsini, ultimo erede della famiglia, il governo della città passò alla Camera Apostolica. Il vero impulso di sviluppo venne nel 1605 con Palo V Borghese (1605-1621) che assegnò alla Sabina un Governatore pontificio con nomina diretta da parte del Pontefice. Collevecchio venne scelta come sede più opportuna del Governo della Chiesa sul territorio sabino per l’interessamento di Paolo Coperchio, cittadino di Collevecchio e Commissario Apostolico pro tempore. Nel palazzo apostolico risiedeva il Governatore con la sua corte.
Gli stretti rapporti tra Papa e Governatore produssero un inevitabile sviluppo economico e culturale della città in epoca tardo rinascimentale. Si inizia il percorso dalla strada provinciale Sabina, antica via Lambruschina, dal nome del cardinale che l’aveva ampliata, per raggiungere la piazza del borgo e proseguire attraverso la storia dei palazzi principali che si affacciano lungo le strade. Scoprili qui.
Il territorio di Collevecchio vanta una frequentazione umana antichissima. Alcune aree presentano, inoltre, una continuità abitativa che va dal periodo pre-protostorico al medioevo e oltre (Grappignano, Poggio Sommavilla). Le prime testimonianze risalgono al paleolitico. Rinvenimenti di manufatti litici ne attestano tutte le fasi, con particolare abbondanza di reperti riferibili al (120-40.000 anni fa). In età protostorica i terrazzi fluviali e le colline prospicienti il Tevere sono già abitati. Fondi di capanne, risalenti al periodo compreso tra il Bronzo medio e la prima età del Ferro preludono all’insediamento di epoca storica di tipo proto-urbano ed urbano. L’abitato e, soprattutto, la necropoli rivestono un ruolo determinante nella conoscenza della cultura e della produzione materiale dei Sabini tra l’orientalizzante e l’ellenismo (fine VIII-III sec. a.C.). Il periodo romano vede una capillare occupazione del territorio, soprattutto lungo vecchie e nuove vie di comunicazione, con ville e rustici dedite alla produzione agricola. Ben attestata da fornaci e bolli è anche la produzione locale di laterizi.
Poggio Sommavilla è una frazione di Collevecchio di rilevante interesse storico-archeologico, infatti sorge su una necropoli Sabino-Tiberina. I reperti trovati sono esposti nei musei civici di Magliano Sabina e Rieti, alcuni (come la famosa fiaschetta, con un’iscrizione che è considerato il più antico esempio di scrittura sabina) sono conservati nel Museum of Fine Arts di Boston e nel Museo Nazionale di Danimarca a Copenaghen.
Le testimonianze di insediamento nella zona coprono un arco di tempo che va dal X sec. a.C. al periodo romano.
Già durante gli scavi del XIX sec. vennero alla luce una decina di tombe. Nella campagna di scavi condotta tra il 1983 e 1986 ne sono state recuperate altre quarantotto. Alcune risentono di influenze etrusche. La chiusura delle porte era ottenuta con la deposizione di massi ben squadrati.
Grappignano è un area abitata fin dall‘epoca paleolitica. Testimoniata la sua esistenza nel Medioevo, continua ad essere frequentata anche successivamente sino al secolo scorso come rifugio di briganti. Per quanto riguarda il periodo preistorico sono stati rinvenuti reperti litici che attestano la presenza umana in tutte le fasi del Paleolitico, schegge di selce, raschiatoi, punte di lancia, la maggior parte dei reperti sono conservati nel museo civico di Magliano Sabina.