Tra il lago di Varano e la Foresta Umbra sorge Carpino, uno dei borghi più caratteristici del Parco Nazionale del Gargano. Definita a giusta ragione “città dell’olio”, Carpino si è ritagliata nel giro di pochi anni uno spazio non indifferente a livello anche nazionale. Da un lato le sue pregiate colture olivicole producono un rinomato olio extra vergine che, unitamente ad altri prodotti agricoli e alla pesca nel vicino lago di Varano, garantiscono all’economia locale importanti successi. L’altro lato della medaglia, pure positivo, è il folklore. Una profonda tradizione popolare, legata alle tipiche tarantelle garganiche e all’uso della cosiddetta chitarra battente (presente oltre che qui anche nella Campania meridionale e in Calabria), ha dilatato ben oltre i confini regionali il nome di Carpino. A rendere celebri i suoni e i ritmi prodotti dalla chitarra a cinque corde ci hanno pensato tre ultraottantenni, gli ormai famosissimi “Cantori di Carpino”, diventati nel corso degli anni finanche oggetto di studio e di interesse da parte di studiosi, musicologi, musicisti e registi. Da diversi anni, in estate, si svolge un’importante rassegna di musica popolare denominata “Carpino Folk Festival”, che attrae spettatori da ogni parte d’Italia. Altra voce importante per la cittadina garganica è l’artigianato, recentemente valorizzato da iniziative del Parco Nazionale. In particolare prendono sempre più piede la lavorazione del legno e, soprattutto, la tessitura fatta sapientemente a mano su antichi telai dell’800. In via di crescita anche l’agriturismo che si pone come valida alternativa al turismo di massa che si consuma sulle coste garganiche. Carpino viene fatta risalire intorno all’anno mille quando i profughi della vicina città di Uria trovarono rifugio nei boschi distanti pochi chilometri dal lago di Varano. Risale però al 1158 la prima datazione ufficiale. Il paese è dolcemente adagiato su due colline e colpisce per il gusto cromatico delle facciate dei suoi palazzi. Desta un certo fascino tutto il suo centro storico, contrassegnato da ripide stradine, dai ruderi dell’antico castello Svevo e da antiche chiese. Importanti, su tutte, quelle di San Cirillo (del 1300) e la Chiesa Madre (del 1600). Entrambe hanno un aspetto barocco ed ambedue sono caratterizzate da un portale d’ingresso a scalinata con rampe contrapposte. Quella di San Cirillo conserva il coro e un pulpito realizzati interamente in legno.
INFO PERCORSO
La Camminata inizia con l’accoglienza in agriturismo all’ombra di ulivi secolari. Seguirà poi la visita al Museo dell’antica civiltà contadina e alla mostra fotografica dedicata alla filiera della “Fava di Carpino”, prestigioso presidio slow food. Subito dopo ci si incamminerà tra ulivi di diverse età, e in questa circostanza si potranno apprezzare le diverse caratteristiche delle cultivar presenti sul territorio. Prevista anche una dimostrazione pratica di come avviene la raccolta delle olive secondo la tradizione. Infine ci sarà la vista al frantoio dei F.lli Mitrione.