Bonefro, mt. 631 s.l.m., dalla caratteristica forma urbana a “terrazza”, è incuneato tra i colli Verzelli e Totaro. La posizione geografica isola Bonefro e lo racchiude al centro di un territorio, aspro e montuoso, geloso custode di bellezze paesaggistiche: terreni coltivati all’antica maniera, boschi ancora intatti e numerose sorgenti rurali, fortunatamente scampate al riassetto agrario dell’ultimo ventennio. Il paese è dominato dalla imponente struttura del Convento di Santa Maria delle Grazie, la cui fondazione sembra sia posteriore al 1586 (il complesso venne chiuso nel 1809 e concesso al comune). Si segnala il castello medievale , risalente al 1531 ma sicuramente di origine anteriore, come dimostrano le tre torri laterali, tipiche del periodo normanno per la caratteristica foggia a cilindro che poggia su un tronco di cono. L’edificio di culto più importante è Santa Maria delle Rose, l’attuale Chiesa Madre. Se ne parla la prima volta in un documento del 1614 ma fu edificata nel periodo romanico, probabilmente nel XIII secolo. Più volte ristrutturata, a pianta quadrata, con una navata centrale lunga 22 metri, l’interno dalle forme settecentesche conserva alcuni capolavori locali, come la statua della Madonna delle Grazie (1745) del campobassano Paolo di Zinno e l’organo maggiore, in stile barocco, copstruito in legno dal beneventano Michele Bucci. Da segnalare, infine, le Fontane del paese, tra le quali primeggiano la Fonte della Terra , costruita con il contributo dell’intera popolazione nel 1771, e la Fonte della Contrada dei Ciechi, del 1816, con tre bocche di bronzo che ricevono l’acqua dalla sorgente del canneto degli ex-conventuali