Barile è un comune in provincia di Potenza. L’origine del nome di Barile è incerta, alcuni lo legano a “Barrale” o “Barelium” termine che indicava i dazi imposti sulle greggi, altri lo legano ai contenitori di legno dove viene conservato il vino aglianico. Le prime attestazioni del casale risalgono all’inizio del XIV secolo, quando il vescovo di Rapolla, concesse l’esenzione dei tributi fiscali per un decennio, alle genti straniere che qui si fossero stabilite. Il casale crebbe dal XIV al XVII secolo a seguito dell’immigrazione di quattro ondate di colonie di greci ed albanesi, che portarono i loro usi, la loro lingua e il loro culto religioso. Nel XIX secolo il paese divenne, con Michele Volonnino e Caporal Teodoro fedeli amici di Carmine Crocco, uno dei centri protagonisti del brigantaggio lucano che si opposero al governo sabaudo di Vittorio Emanuele II. Nel 1964, nelle cantine dello Scescio, Pier Paolo Pasolini girò le scene della natività e della strage degli innocenti del film II Vangelo secondo Matteo. Si tratta di grotte scavate nel tufo lavico, realizzate dai primi immigrati albanesi, dove avviene la trasformazione delle uve e la conservazione dell’ottimo Aglianico DOC. Barile è soprattutto nota per la suggestiva Via Crucis del Venerdì Santo, una delle più antiche della Basilicata. Le origini della rappresentazione risalgono XVII secolo e sin dalle prime edizioni i personaggi sono stati riadattati alla tradizione popolare. Infatti, sono presenti nel corteo tre figure del Cristo: quello con la Croce, quello con la colonna a testimonianza della fustigazione, e quello con la canna che rappresenta l’Ecce Homo. Inizialmente queste figure sfilavano coperte, a partire dagli anni quaranta del secolo scorso il Cristo con la croce sfila scoperto per le vie del paese trascinando una pesante croce di legno. Personaggi creati dalla tradizione popolare sono la Zingara che simboleggia la lussuria e che fornì i chiodi per la crocifissione, il Malco che rappresenta l’ebreo che schiaffeggiò Cristo e il Moro che simboleggia i Turchi che minacciando l’Albania permise la fuga dei suoi abitanti verso altre zone tra cui anche Rionero. La chiesa madre, intitolata a S. Maria delle Grazie, viene edificata tra il XV e il XVI secolo, conserva un dipinto su tavola della fine del XV secolo raffigurante una Madonna con Bambino. La chiesa dedicata ai SS. Attanasio e Rocco presenta una bella facciata ottocentesca e una volta decorata da tele della metà del XVII secolo. Ad 1 chilometro dall’abitato di Barile, sulla strada per Rapolla, si trova circondato da vigneti ed oliveti, il Santuario della Madonna di Costantinopoli. Secondo la tradizione locale, il culto della Madonna di Costantinopoli sarebbe stato importato dagli albanesi, secondo alcuni studiosi invece, il santuario potrebbe essere la chiesa di Sancte Marie de Barrilis citata in una bolla del XII secolo come possedimento del vescovo di Rapolla. Nel Santuario si venera un dipinto del XVII secolo, più volte ritoccato, che raffigura la Vergine col Bambino. Il luogo di culto, addossato ad una parete rocciosa, è riconducibile al XVII secolo, probabilmente costruito su uno più antico in grotta. In paese si conserva una fontana monumentale di forme tardo-barocche del 1713, detta dello Steccato, che è caratterizzata da tre pietre scolpite a forma di testa da cui fuoriesce l’acqua.