I rischi per l’olivo, i rischi per l’olio di oliva, i rischi per tutti noi
Una giornata dedicata all’olivo ed al suo olio, corpo e anima di Teatro Naturale, il settimanale che, con la sua pubblicazione ventennale, parla di un mondo che è tanta parte dell’agricoltura italiana, uno dei valori e delle risorse del bene comune primario, il territorio, soprattutto quello delle colline e delle aree interne. Come a significare che Teatro Naturale apre e chiude questa importante giornata. Proclamata in occasione della 40esima Conferenza generale del’Unesco nel 2019 si è celebrata ieri, domenica 26 Novembre, con diverse iniziative per approfondire la conoscenza dell’albero per eccellenza del Mediterraneo, la “pianta sacra”, che da millenni disegna paesaggi unici; difende i territori dalla violenza delle acque e, soprattutto, l’ambiente con la sua capacità di assorbire anidride carbonica e cedere ossigeno per far respirare il clima; disegna la pace con un suo ramoscello; emana, soprattutto con i suoi patriarchi secolari e millenari, la saggezza del tempo e apre alla speranza di un mondo guidato da valori e non semplice strumento nelle mani del denaro, che, da quando non è più un mezzo, ma un fine, crea solo disastri lasciando alla terra ogni anno e, sempre più in anticipo, l’urlo di aver dato tutto quello che poteva dare. Urlo soffocato da un sistema predatorio e distruttivo, inascoltato da un’umanità distratta dal consumismo. Un protagonista, l’olivo, dell’agricoltura e dell’economi che essa esprime, e, non solo, della cultura e delle tradizioni, della storia dell’umanità e delle civiltà da essa espresse. Non solo un albero stupendo, ma l’origine, con le sue drupe, dell’olio d’oliva. Alimento primario quale filo conduttore di uno stile di vita segnato dal modo di mangiare, la Dieta Mediterranea, che il mondo da sei anni pone sul podio più alto delle sessanta diete più diffuse. E non solo, il compagno più fedele e più utile dei popoli del Mediterraneo, quale fonte di luce, panacea contro ogni male, conservazione degli alimenti deperibili, protagonista in cucina e a tavola, ma, anche, al centro della ritualità espressa dal cristianesimo. Un insieme di valori, soprattutto quelli riferiti alla salute che la Scienza da qualche decennio certifica come elemento, l’olio, fondamentale nella prevenzione delle malattie, a partire da quelle più diffuse, come le cardiopatie, il cancro, l’Alzheimer. Una giornata importante anche per capire i rischi che corre una tradizione, tutta mediterranea, di fronte allo sviluppo dell’intelligenza artificiale e a investimenti di miliardi di dollari, per la produzione e diffusione, a livello globale, di cibo coltivato in laboratori specializzati e non più nei campi. L’Italia, approvando il ddl che proibisce la produzione e diffusione di questo tipo di cibo, si è, in pratica e in modo maldestro, messa fuori da un gioco globale nelle mani di un sistema globale imperante, che trova sempre più adesioni. Non serve proibire, ma educare avendo idee, progetti e strategie che danno continuità e forza a quello che tu hai da mettere in mostra e offrire, nel caso specifico, l’olio di oliva è un patrimonio unico di biodiversità, l’olivo, o meglio i 600 e più olivi che coprono di bellezza e di bontà sono il grande tesoro, il territorio, l’origine della qualità, e, anche, espressione di valori e di risorse, che hanno quanto serve per confrontarsi e battere l’intelligenza artificiale e il suo cibo. Quel territorio sconosciuto al Ministro della sovranità alimentare (tutt’altra cosa da quella che pensa) e alla maggioranza che governa il Paese, visto che, invece di fare una legge contro il cibo artificiale, non hanno provveduto ad elaborare ed approvare la sola che serve per continuare ad avere il cibo vero e vivere i suoi successi: la legge che blocca la distruzione di territorio. Il bene comune primario ultimamente massacrato non solo da cemento e asfalto, ma da calcestruzzo e vie sterrate a supporto di giganteschi pali eolici e da pannelli solari a terra che, di fatto, rubano un atto agricolo, il cibo, quello vero. La dimostrazione che non sono credibili, per niente attenti al futuro del Paese, anche per il vuoto di un’opposizione sempre più distratta. Serve riaffermare la libertà di scelta contro qualsiasi imposizione, utilizzare e non distruggere il solo tesoro che abbiamo, il territorio, bene fondamentale anche per sconfiggere un sistema predatorio e distruttivo e, così, sperare in un nuovo domani, quello che dà alla sacralità dell’olivo la sua continuità. Una giornata, quella dedicata alla pianta sacra del Mediterraneo, vissuta all’insegna del paesaggio e dell’ambiente, della storia e della cultura, delle tradizioni, della natura. Quella natura che l’intelligenza artificiale può solo distruggere nell’impossibilità di creare e curare.
di Pasquale di Lena, ideatore e fondatore delle Città dell’Olio
FONTE: TEATRO NATURALE