L’olio EVO e le comunità d’identità al centro di uno sviluppo turistico rispettoso dell’ambiente

Il Punto  09 Agosto 2023



Nell’estate della crisi climatica causata dallo sfruttamento dell’ambiente da parte dell’uomo, emergono altre contraddizioni: si assiste ad un calo fino al 30% della domanda turistica verso le mete nazionali e, al contempo, l’offerta del turismo di lusso registra il tutto esaurito; diminuisce drasticamente il turismo interno italiano, a causa di un vertiginoso aumento dei prezzi, mentre continua ad aumentare quello straniero.

Questo andamento a due velocità è causato da una concezione di turismo che esalta il consumismo sfrenato e favorisce le speculazioni, a discapito dell’equilibrio dei territori.

Tuttavia, questo non è un destino inevitabile e nemmeno l’unico modello di consumo possibile.

Per fortuna, esiste un’Italia interna dove domanda e offerta possono ricomporsi dentro un nuovo sistema di valori: le Città dell’Olio sono l’espressione di comunità locali ancora vive che conservano la loro identità, autenticità e biodiversità persino nei centri più aggrediti dal turismo di massa. Di questa civiltà che ancora resiste, l’olivo è il simbolo: è più di una pianta e ha un valore che non può essere ridotto a prodotto turistico.

L’olivo rappresenta le radici. Intorno all’olivo si crea e si costruisce un rapporto virtuoso tra residenti e ospiti che ha come collante le tradizioni locali: un insieme di buone pratiche contrapposte al consumo rapido di esperienze artificiali. In un mondo nel quale il profitto sembra essere l’unico riferimento, le nostre oltre 460 Città dell’olio sono l’espressione di umanità e stili di vita, propongono un nuovo modello di accoglienza fatto di condivisione di passioni, conoscenze, lentezza.

Se l’umanità diventa centrale nel nuovo modello di sviluppo turistico proposto dalle Città dell’Olio, non ci sarà più contrapposizione tra residenti assediati e turisti fastidiosi, ci saranno solo cittadini alcuni dei quali in queste città vivono stabilmente in un luogo altri solo temporaneamente. Sarà il dialogo, il confronto costruttivo a determinare la sostenibilità economica, sociale e una modalità di accoglienza caratterizzata dall’equilibrio.

Se questo è l’auspicio, rispetto ad un turismo di massa esasperato e alle sue storture c’è un solo attore in grado di proporre un modello alternativo: chi rappresenta gli interessi generali, ma è libero dai potentati piccoli o grandi, locali o nazionali, che frenano uno sviluppo locale equilibrato. Sto parlando dei Comuni e del loro ruolo centrale. I Comuni che trovano nell’olio una sintesi di storie, esperienze e contenuti adeguati a difendere e al tempo stesso valorizzare, la complessità dei territori.

Tutte le nostre energie sono indirizzate al raggiungimento di questo ambizioso obiettivo.

 

Buon Ferragosto.

 

Michele Sonnessa, Presidente delle Città dell’Olio