Otto Città dell’Olio tra le Spighe Verdi 2023, le “bandiere blu dei borghi sostenibili”
Ci sono anche 8 Città dell’Olio tra 72 le Spighe Verdi 2023. E sono Castellina in Chianti (SI), Castagneto Carducci (LI), Fiesole (FI), Greve in Chianti (FI), Massa Marittima (GR) per la Toscana, Andria per la Puglia, Montefalco (PG) per l’Umbria e Lavagna (GE) per la Liguria. Ci sono 12 nuovi ingressi e le tre uscite dall’elenco delle località Spighe Verdi, il riconoscimento della Fee-Foundation for environmentaleducation, l’organizzazione che rilascia nel mondo le “Bandiere Blu” per le località costiere, che premia i migliori comuni rurali. Per meglio dire, le località che scelgono strategie di gestione del territorio virtuose che migliorino le condizioni dell’ambiente e la qualità della vita dell’intera comunità.
“Siamo orgogliosi di questo riconoscimento che premia anche le Città dell’Olio che fanno della sostenibilità una bandiera – ha dichiarato Michele Sonnessa Presidente delle Città dell’Olio – l’agricoltura gioca un ruolo fondamentale in questa partita, ma anche la valorizzazione del paesaggio e la sua conservazione sono parametri fondamentali. Nelle nostre Città dell’Olio l’impegno nel contrasto all’abbandono dei terreni agricoli e la messa a valore del paesaggio olivicolo sono obiettivi strategici per migliorare la qualità della vita delle comunità e creare nuove economie”
L’ottava edizione vede trionfare di nuovo il Piemonte, con 12 comuni: Alba, Bra, Canelli, Centallo, Castiglione Falletto, Cherasco, Gamalero, Guarene, Monforte d’Alba, Pralormo, Santo Stefano Belbo e Volpedo. Ma segue la Toscana che ottiene nove riconoscimenti di cui cinque sono Città dell’Olio: Bibbona, Castellina in Chianti, Castiglione della Pescaia, Castagneto Carducci, Fiesole, Greve in Chianti, Grosseto, Massa Marittima, Orbetello. Subito dopo le Marche, con otto località premiate: Esanatoglia, Grottammare, Matelica, Mondolfo, Montecassiano, Montelupone, Numana, Sirolo. Stesso numero per la Calabria: Belcastro, Crosia, Miglierina, Montegiordano, Roseto Capo Spulico, Santa Maria del Cedro, Sellia, Trebisacce. La Puglia fa invece segnare sette comuni Spighe Verdi: Andria, Bisceglie, Castellaneta, Carovigno, Maruggio, Ostuni e Troia. Arriva a sette anche il numero delle Spighe Verdi in Umbria grazie alle due aggiunte di quest’anno: Acquasparta, Deruta, Montecastrilli, Montefalco (PG), Norcia, Scheggino e Todi. La Campania ottiene sei riconoscimenti: Agropoli, Ascea, Capaccio-Paestum, Foiano di Val Fortore, Massa Lubrense e Positano. Sono cinque le località del Lazio: Canale Monterano, Gaeta, Pontinia, Rivodutri e Sabaudia. Il Veneto vanta due località: Montagnana e Porto Tolle. Anche in Liguria i comuni sono due: Lavagna (GE) e Sanremo. Così come in Abruzzo (Gioia dei Marsi e Tortoreto) e in Lombardia (Ome e Sant’Alessio con Vialone). Parma è l’unico comune premiato per l’Emilia-Romagna. Entra anche la Basilicata con un nuovo comune: Nova Siri. Più che un premio, la Fee tiene da sempre a precisare – come per le Bandiere Blu – che le Spighe Verdi costituiscono un percorso, certo composto da una serie indicatori da soddisfare, al quale tutti i comuni possono liberamente aderire. La fondazione ha infatti condiviso con Confagricoltura un insieme di parametri in grado di fotografare le politiche di gestione del territorio e indirizzarle verso criteri di massima attenzione alla sostenibilità. Serve, insomma, la volontà delle amministrazioni comunali di iniziare una strada di miglioramento e la partecipazione della comunità e delle imprese, in particolar modo quelle agricole, alla sua realizzazione. L’iter procedurale è certificato ISO 9001-2015 e le candidature sono state esaminate da una Commissione di valutazione dedicata. Del gruppo di lavoro hanno fatto parte rappresentanti del ministero dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle foreste, del Turismo, del Cnr, dell’Arma dei Carabinieri e appunto di Confagricoltura. Ma quali sono gli indicatori richiesti ai comuni che decidono di candidarsi? Si va dalla partecipazione pubblica all’educazione allo sviluppo sostenibile passando per il corretto uso del suolo, per la presenza di produzioni agricole tipiche e per la sostenibilità e l’innovazione in agricoltura. Ancora, alcuni aspetti incrociano la qualità dell’offerta turistica e alcuni dei parametri delle Bandiere Blu come l’esistenza e il grado di funzionalità degli impianti di depurazione, la gestione dei rifiuti con particolare riguardo alla raccolta differenziata, la valorizzazione delle aree naturalistiche eventualmente presenti sul territorio e del paesaggio, la cura dell’arredo urbano, l’accessibilità per tutti senza limitazioni.
FONTE: LA REPUBBLICA