Oliveti sotto il milione di ettari. Sonnessa: “L’abbandono è una tragedia che si può evitare”
I numeri che emergono dal 7° Censimento dell’Agricoltura, che per l’olivicoltura certifica una riduzione di ettari sotto la soglia psicologica del milione, fotografano una realtà che ci preoccupa molto. Come Città dell’Olio lo abbiamo denunciato in tempi non sospetti: l’abbandono è un dramma e un’emergenza da affrontare subito. Un fenomeno “pesante” che riguarda il 30% dei terreni (media nazionale) con punte del 60% in Regioni come la Liguria. Dobbiamo risolvere il problema che deriva dall’abbandono in termini di dissesto idrogeologico, perdita di biodiversità, rischio incendi, perdita di produzione olivicola ad alto valore, perdita di identità storica, in quanto si tratta di olivi secolari e millenari. Il tema dell’abbandono è un tema serio e preoccupante per la nostra economia olivicola e i nostri territori. Riguarda un’olivicoltura cosiddetta “marginale” – perché molto spesso sono marginali i luoghi di produzione – ma strategica in considerazione dell’elevato valore ambientale e paesaggistico che ha e dei conseguenti benefici prodotti per l’intera collettività anche in termini di mantenimento delle “comunità” in un dato territorio. Promuovere iniziative di contrasto all’abbandono delle ulivete è un’opportunità di innesco di circoli virtuosi tra dimensione sociale e produttiva, anche oltre le iniziative di agricoltura sociale classicamente intesa. In questo contesto, contrastare l’abbandono equivale a rigenerare una cultura millenaria, una dimensione civile e di benessere economico e ambientale che ripensi la produzione agricola e la qualità della vita come occasione di ripresa e sviluppo del Paese. L’ultima legge per l’olivicoltura prevede 20 milioni a sostegno delle colture in stato di abbandono. Si tratta di poche risorse, ma è sempre un inizio! Sono risorse che vanno, ovviamente nel giusto senso ma sono dedicate, ed è comprensibile, alle organizzazioni di produttori. Il vero problema però sono gli olivi abbandonati nei terreni privati che non sono destinatari di questa misura!
Come Città dell’Olio abbiamo chiesto con forza:
- UN PIANO NAZIONALE PER IL RECUPERO DEGLI OLIVETI ABBANDONATI che preveda un censimento dei territori olivicoli a livello regionale e locale; un piano di incentivazione al recupero con il collegamento alla legge sull’Agricoltura Sociale, coinvolgendo cooperative di comunità e cooperative di produttori prevedendo risorse per aziende e privati. Su questo anche le Regioni possono fare molto attraverso un pressing positivo di sensibilizzazione al Governo su questo tema, ma anche attivando tutta una serie di misure specifiche attraverso un Piano Olivicolo Regionale (che non esiste al momento in nessuna Regione Italiana se non in bozza). Del resto, le ingenti risorse nel PNRR, Green Deal, Biodiversità sul tema contrasto al dissesto idrogeologico devono trovare una collocazione anche nel recupero, non solo ambientale, ma anche produttivo del settore olivicolo.
- AGEVOLAZIONI FISCALI (per privati e aziende) per chi recupera i territori abbandonati. Il recupero dall’abbandono ha un valore sociale enorme, perché incide sul mantenimento di un territorio dal punto di vista ambientale e di biodiversità; ha un valore economico perché riporta a produzione un territorio ed una coltura unica e irripetibile nel contesto produttivo nazionale ed internazionale.
- RISORSE AGGIUNTIVE AI COMUNI che adotteranno misure specifiche per privati residenti con questa problematica che saranno coinvolti nel recupero grazie a: Censimenti comunali dell’abbandono e Creazione di Associazioni fondiarie, uno strumento utile a creare occupazione e a salvaguardare il patrimonio agricolo e forestale da abbandono, incuria e dissesto idrogeologico, Creazione di Cooperative di Comunità per la gestione e messa in produzione e Sviluppo dell’Olivicoltura Sociale con il coinvolgimento di categorie svantaggiate per recupero, messa in produzione e commercializzazione locale (ristoranti), come è accaduto in Molise con il progetto “ASPEm” Agricoltura sociale per la promozione dell’empowerment di donne e famiglie monoparentali della Cooperativa Kairos a Termoli.
In questo impegno un ruolo strategico e determinante hanno gli oltre 420 Comuni Città dell’Olio guidati da amministrazioni che hanno una sensibilità specifica sul tema e credono nell’olivicoltura come possibilità di sviluppo.
Michele Sonnessa, Presidente Città dell’Olio