La Ministra Bellanova sul Recovery Fund:“Se vince il sistema agroalimentare vince l’Italia”

Il Fatto  28 Settembre 2020



“Rappresentiamo un settore straordinario per le ricadute complessive che genera: produttive, certo, economiche ovviamente ma allo stesso tempo sociali e ambientali, per il suo essere determinante nella tutela del paesaggio, nel rilancio delle aree interne, nella difesa di beni non rinnovabili come suolo, aria, acqua, nel contrasto al dissesto idrogeologico che tanto segna il nostro territorio nazionale, nel contrasto ai cambiamenti climatici e, ultimo ma non ultimo, nell’inclusione sociale. Per me non ci sono dubbi: la filiera alimentare, quella che io ho chiamato Filiera della vita, è strategica per il nostro Paese ed è parte integrante dell’interesse nazionale. E siamo impegnati perché l’agroalimentare sia centrale nelle politiche di spesa del Recovery Fund: è un punto essenziale.

Ci candidiamo ad essere uno dei Ministeri in grado di produrre una spesa qualificata nei tempi stringenti di Bruxelles, forti dell’esperienza di questi anni che ci ha portato a sviluppare un Piano Acqua da oltre 1 miliardo di euro e investimenti nei contratti di filiera agroalimentari per una simile. Perché se vince il sistema agroalimentare vince l’Italia”.

Così la Ministra Teresa Bellanova intervenendo oggi alla presentazione del Rapporto Nomisma “L’industria alimentare italiana oltre il Covid-19”.

“In questi mesi”, ha proseguito Bellanova, “abbiamo deciso interventi per oltre 2.5miliardi di euro. E abbiamo investito risorse importanti a garanzia della liquidità delle imprese e dell’accesso al credito. Il nostro contributo al Piano nazionale Resilienza e Rilancio si declina con un impianto strategico ancorato ad alcune parole chiave: visione, coraggio, scommessa, rigenerazione. Una vera e propria policy per garantire al sistema agroalimentare nazionale quelle leve che lo possano sostenere nel ri-posizionamento. Abbiamo verificato, proprio in questi mesi, quanto è necessario investire sulla sicurezza degli approvvigionamenti e quanto servano politiche integrate di filiera. Il rapporto lo evidenzia. E su questo abbiamo puntato nella costruzione delle proposte, consapevoli della necessità di potenziare gli investimenti nella transizione ecologica, nella digitalizzazione, nella logistica, nella biochimica e in generale nel protagonismo agroalimentare nello sviluppo dell’economia circolare. Una sfida enorme che noi non possiamo perdere”.