“L’Arte dei muretti a secco” è Patrimonio dell’Umanità

Il Fatto  29 Novembre 2018



L’Unesco ha iscritto “L’Arte dei muretti a secco” nella lista degli elementi immateriali dichiarati Patrimonio dell’umanità. Sono 8 i paesi europei che hanno presentato la candidatura: oltre all’Italia, Croazia, Cipro, Francia, Grecia, Slovenia, Spagna e Svizzera.

“Un importante riconoscimento nei confronti di una tradizione che appartiene all’olivicoltura di tutte quelle Città dell’Olio – dalla Liguria alla Puglia – che hanno fatto dell’arte dei muretti secco un elemento distintivo e identitario del paesaggio – ha detto Enrico Lupi presidente dell’Associazione nazionale Città dell’Olio – tutto questo ci dimostra come i paesaggi rurali con tutti gli elementi di valore che portano con sé, sono un patrimonio culturale da preservare ma soprattutto da promuovere”

“L’arte del ‘Dry stone walling’ riguarda tutte le conoscenze collegate alla costruzione di strutture di pietra ammassando le pietre una sull’altra, non usando alcun altro elemento tranne, a volte, terra secco”, spiega l’Unesco nella motivazione del provvedimento. Si tratta di uno dei primi esempi di manifattura umana ed è presente a vario titolo in quasi tutte le regioni italiane, sia per fini abitativi che per scopi collegati all’agricoltura, in particolare per i terrazzamenti necessari alle coltivazioni in zone particolarmente scoscese. “Le strutture a secco sono sempre fatte in perfetta armonia con l’ambiente e la tecnica esemplifica una relazione armoniosa fra l’uomo e la natura. La pratica viene trasmessa principalmente attraverso l’applicazione pratica adattata alle particolari condizioni di ogni luogo” in cui viene utilizzata, spiega ancora l’Unesco. I muri a secco, sottolinea l’organizzazione, “svolgono un ruolo vitale nella prevenzione delle slavine, delle alluvioni, delle valanghe, nel combattere l’erosione e la desertificazione delle terre, migliorando la biodiversità e creando le migliori condizioni microclimatiche per l’agricoltura”. “Ancora una volta i valori dell’agricoltura sono riconosciuti come parte integrante del patrimonio culturale dei popoli”, cosi’ commenta il Ministro delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo Gian Marco Centinaio l’iscrizione della pratica rurale dell’arte dei muretti a secco – appartenente a Cipro, Croazia, Francia, Grecia, Italia, Slovenia, Spagna e Svizzera – nella lista degli elementi dichiarati patrimonio culturale immateriale dell’umanità. “Il nostro Paese si fonda sull’identità – continua Centinaio – i nostri prodotti agroalimentari, i nostri paesaggi, le nostre tradizioni e il nostro saper fare sono elementi caratterizzanti della nostra Storia e della nostra cultura. Non è un caso quindi che, dei 9 elementi italiani riconosciuti dall’Unesco patrimonio immateriale dell’umanità, ben 4 appartengano al patrimonio rurale e agroalimentare”. “Un risultato – sottolinea – che conferma l’importanza di questo comparto nel nostro Paese e quanto sia fondamentale, come Governo e come cittadini, non dimenticare mai le nostre radici. Ecco perché è necessario continuare a investire nella promozione e nella valorizzazione, anche a livello internazionale, delle nostre produzioni agroalimentari e dei nostri territori”. La candidatura della pratica rurale dell’arte dei muretti a secco è stata portata avanti dal Ministero delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo in sinergia con il MAECI e con la Commissione nazionale Unesco. La decisione è stata approvata all’unanimità dai 24 Stati membri del Comitato, riuniti a Port Louis. È la seconda volta, dopo la pratica tradizionale della coltivazione della vite ad alberello di Pantelleria, che viene attribuito questo riconoscimento a una pratica agricola e rurale.