Una Rete delle Donne dell’Olio del Mediterraneo. Ne parliamo con Loriana Abbruzzetti presidente di Pandolea
La notizia ci ha incuriositi. Non poteva non essere così perché stiamo parlando della neonata Rete delle Donne dell’Olio del Mediterraneo, lanciata con l’obiettivo ambizioso di diffondere l’educazione alimentare nei Paesi del Mediterraneo tra le nuove generazioni e assegnare all’olio di oliva un ruolo chiave come alimento principe di un corretto modello di alimentazione. L’idea è venuta all’associazione italiana “Pandolea – Donne dell’Olio” e noi abbiamo avuto voglia di approfondirla con l’aiuto della presidente Loriana Abbruzzetti a cui abbiamo chiesto anche di raccontarci come è nato il loro Manifesto in otto punti nel quale si dichiara una volontà precisa quella di “avvicinare i ragazzi alla conoscenza dell’olio extravergine di oliva per aumentare la consapevolezza alimentare di coloro che saranno i consumatori attivi di domani”.
Presidente, chiariamoci le idee prima di tutto su Pandolea…
Pandolea è una associazione culturale di donne dell’olio produttrici o professionalmente impegnate nel settore olivicolo-agricolo che ha lo scopo di diffondere la cultura dell’olio EVO di qualità con particolare attenzione al mondo dei giovani.
Con quali obiettivi nasce la vostra associazione?
L’obiettivo primario dell’associazione è quello di mettere in rete donne dell’olio di territori diversi per condividere esperienze, confrontarsi e sostenersi. La mission di Pandolea è quella di educare i giovani ad una alimentazione sana e consapevole, far conoscere la dieta mediterranea come modello da seguire e che ha alla base l’olio EVO.
Quante sono le donne e chi sono le donne socie di Pandolea?
Attualmente siamo circa 50 donne su tutto il territorio nazionale presenti soprattutto nelle regioni a vocazione olivicola. Le associate sono prevalentemente produttrici/frantoiane ma hanno anche aderito donne che si occupano di olio in modo professionale: assaggiatrici, agronome, nutrizioniste, chimiche, ecc.
Perché è necessaria una Rete delle Donne dell’Olio in Italia come nel mondo?
Perché le donne amano lavorare e crescere insieme, confrontarsi e sostenersi per affrontare meglio il mercato e superare le resistenze che spesso si incontrano in un ambito molto maschile. Perché le donne hanno una particolare propensione all’educazione dei ragazzi. Le donne dell’olio sono soprattutto madri-generatrici e si prendono cura dei propri figli, questo accade in tutti i paesi e su questo vorremmo confrontarci anche all’estero.
Che tipo di apporto possono portare le donne ad un mondo come questo che è forse ancora troppo maschile?
Un approccio diverso verso il prodotto, non soltanto di mero commercio ma anche e soprattutto di alimento alla base della nostra cultura, tradizione e storia.
Sul Manifesto della Rete, entriamo nel merito. Quali sono i punti più salienti?
Per poter creare la Rete stiamo divulgando un Manifesto a cui vogliamo invitare tutti, e soprattutto le donne, ad aderire. Il Manifesto è una sorta di vademecum sulle attività da svolgere nel corso del prossimo anno scolastico. L’obiettivo è di organizzare non solo in Italia ma anche nei Paesi del Mediterraneo la Settimana dell’Educazione Alimentare prevista per marzo 2018. In pratica invitiamo tutti, donne e uomini, persone della società civile e politica, ad organizzare nello stesso periodo nelle scuole del proprio territorio una settimana di attività coinvolgendo gli studenti ma anche i docenti e genitori. È auspicabile anche la collaborazione di professionisti di vari settori per raggiungere migliori risultati (nutrizionisti, chef, psicologi, ecc….).
Quando si parla di educazione alimentare i bambini sono i primi destinatari dei vostri progetti? In che modo arrivate a loro, con quali progetti già messi in campo…
I nostri progetti sono principalmente rivolti ai giovani delle scuole dell’obbligo ma abbiamo iniziative molto interessanti anche con studenti delle scuole superiori. Il progetto storico ha come titolo “bruschetta VS merendina” e consiste nel far conoscere in modo approfondito questo prodotto: come si produce, come si assaggia – ovviamente al bicchiere! – quanto fa bene, e soprattutto quanto è buono. Con i ragazzi è importante soprattutto la parte esperenziale quindi ogni incontro termina con una buona fetta di pane e olio. Ad oggi abbiamo coinvolto circa 25.000 studenti e tutti hanno avuto occasione di assaggiare, spesso per la prima volta, ottimo olio e provare una merenda alternativa a quella industriale a cui purtroppo sono abituati. I ragazzi sono fantastici e capiscono perfettamente cosa fa bene e cosa no, accettano con piacere di mettersi in gioco e senza pregiudizi. È sorprendente il loro entusiasmo e noi siamo sempre più motivate a lavorare per e con loro.
A cosa state lavorando adesso?
Attualmente stiamo lavorando su vari fronti. Innanzitutto siamo impegnate nella creazione della Rete delle Donne del Mediterraneo, quindi stiamo cercando contatti con donne dei vari paesi che vogliano insieme a noi costruire un percorso sui temi del Manifesto. In seguito alla presentazione del progetto durante le sessioni del COI-Consiglio Oleicolo Internazionale prima a Teheran poi a Roma presso la FAO, abbiamo ricevuto molte manifestazioni di interesse ma siamo consapevoli che il lavoro da fare è lungo e complesso soprattutto considerando che Pandolea ha sempre operato a titolo di volontariato quindi senza risorse economiche. Infine poiché Pandolea è una associazione che vuole valorizzare l’EVO con iniziative culturali, stiamo lavorando anche alla seconda edizione del Concorso letterario, il Premio internazionale Ranieri Filo della Torre, il cui bando è stato pubblicato recentemente sul sito www.pandolea.it e la cui premiazione si svolgerà a Roma il prossimo 2 febbraio.
Non ci resta che tenere d’occhio questa associazione e augurarle buona vita!
Leggi qui il manifesto della Rete.