Analisi del DNA contro le frodi olearie
L’Università di Burgos, in Spagna, ha infatti validato un sistema che permette di identificare, con elevata specificità e sensibilità, il DNA anche in oli ottenuti con diversi sistemi di estrazione. E’ infatti noto che il processo di estrazione, ma ancor più la filtrazione, può influire sulla quantità di DNA rinvenibile nella bottiglia. L’Università di Burgos ha lavorato su quattro diversi modelli di amplificazione, basati su metodo qPCR, e testati sul gene trnL dell’olivo. A tal fine i ricercatori hanno utilizzato diversi oli di oliva, ottenuti in maniera diversa, per comprendere se il metodo poteva realmente essere efficiente nel discriminare oli di oliva da oli ottenuti da altri vegetali (mais, girasole, canola, arachide e cocco). Una volta individuato il metodo migliore, tra i quattro analizzati, sono stati otimizzati parametri come la concentrazione iniziale e le temperature di analisi. I risultati della ricerca hanno evidenziato che questo sistema qPCR ha permesso di individuare, con elevata sensibilità e specificità, il DNA di olivo isolato da oli trasformati in modi diversi, creandolo come un metodo efficiente per l’autenticazione dell’olio indipendentemente dalla sua categoria.
FONTE: TEATRO NATURALE