#ILUOGHIDELLOLIO – Il Museo dell’Olio della Sabina: lo scrigno magico del “migliore olio del mondo antico”
Oggi per la nostra nuova rubrica dedicata ai luoghi dell’olio, vi proponiamo un viaggio alla scoperta del Museo dell’Olio della Sabina che si trova a Castelnuovo di Farfa in provincia di Rieti, una delle nostre meravigliose Città dell’Olio, tutte da scoprire. Il museo è dedicato all’olio della Sabina che il medico Galeno (II secolo d.C.) definì “il migliore del mondo antico”. La vicinissima Abbazia di Farfa fu uno dei pochi centri medioevali europei nel quale furono conservate e poi trasmesse le antiche tecniche dell’olivicoltura. Il museo ha sede a Palazzo Perelli, edificio cinquecentesco ampiamente manomesso e di recente recuperato, ma si estende anche al centro storico e al paesaggio. L’itinerario ha inizio con una sezione dedicata al mito dell’olio, celebrato da sculture dei maestri contemporanei Alik Cavaliere, Gianandrea Gazzola, Maria Lai e Hidetoshi Nagasawa. La visita prosegue con la documentazione sulla botanica dell’ulivo sabino e la tradizione dell’olivicoltura, poi con la sala della memoria, dove il mondo dell’olio viene raccontato dalle voci e dalle immagini dei contadini di Calstelnuovo. Con un percorso pedonale nella campagna, si raggiunge il sito altomedievale di San Donato dove, vicino alla chiesa restaurata, il “Giardino degli ulivi del mondo” ospita le diverse specie coltivate nel bacino del Mediterraneo e con esse, simbolicamente, i popoli che condividono nella storia e nel presente la cultura dell’olio di oliva. Fa parte del Sistema museale territoriale della Media valle del Tevere.
La Storia del Museo dell’Olio della Sabina
Alla fine degli anni ottanta, il Comune di Castelnuovo di Farfa decise di recuperare il cinquecentesco Palazzo Perelli, un edificio di quattro piani, incastonato a settentrione nel perimetro murario della città, in parte utilizzato come sede museale. L’intervento era stato reso possibile grazie al finanziamento comunitario per un programma di valorizzazione dei beni culturali ed ambientali di sei comuni della Valla del Farfa. Quello fu il punto di inizio di un confronto tra l’identità locale e contemporaneità, che avrebbe poi dato origine al Museo dell’olio della Sabina. Si doveva, innanzi tutto, sradicare il luogo comune dell’olio come puro prodotto alimentare e ridare, piuttosto, visibilità al suo mito. Questa scelta iniziale, che fu anche la scelta per una strategia più complessa di valorizzazione di un prodotto di qualità, condizionò tutto il progetto museale. L’arte dunque, venne ritenuta il mezzo elettivo per entrare in quell’universo simbolico e, il più forte ed espressivo mezzo, per dargli nuova voce attraverso un’interpretazione contemporanea del mondo. Poste alla giusta “distanza” spaziale e concettuale, le istallazioni avrebbero trasportato il visitatore in una dimensione sospesa tra passato e futuro, sul cui registro tutto il museo si sarebbe proporzionato. Il progetto decollò nel 1997 grazie ad una vera e propria catena di adesioni di maestri della scultura contemporanea. La prima, e dunque la più importante perché dette l’avvio, fu quella di Alik Cavaliere, il grande artista scomparso. Fu lui che portò all’interno del progetto Maria Lai. La discussione si allargò ulteriormente e l’idea si rafforzò. Fu poi Maria Lai ad individuare lo spazio ideale per Hidetoshi Nagasawa che si unì al progetto lavorando alla propria opera e curando la disposizione dei bronzi di Alik il quale veniva a mancare lasciando però un’inestimabile traccia della “fantastica” macchina dell’olio che avrebbe realizzato per il museo.
Infine si unì al progetto Gianandrea Gazzola, e anche lui entrò immediatamente in sintonia con l’idea di base del museo che si era venuta a creare negli anni. Tutti, artisti, architetti, studiosi cittadini, amministratori, partecipavano ad un lavoro corale che lievitava anche grazie a sporadici ma significativi apporti. Le installazioni che gli artisti realizzavano nella città e per la città, andavano a comporre la sezione contemporanea di questo atipico museo artistico-etnografico. Contigue alle opere degli artisti, eccellentemente inserite nel percorso museale, veniva ubicato il nucleo di documentazione articolato in due sale: la sala della memoria che aveva come protagonisti i volti dei cittadini di Castelnuovo di Farfa, con i loro ricordi visivi e sonori, nata nel segno di una piena identificazione della comunità con il museo; la sala multimediale che ospitava una postazione nella quale sarebbe stato raccolto un vastissimo patrimonio d’immagini e di testi grazie al contributo di esperti di diversi ambiti disciplinari. Altrettanto fondamentale fu la progettazione della sala delle macchine dell’olio che riunisce gli esempi storici più esemplificativi di antichi torchi in uso in Sabina, documentando la trasformazione produttiva attraverso almeno quattro secoli di storia ed un gruppo di giare in terracotta del XVII secolo, da sempre murate nel palazzo, entrava, come materia per l’arte, nel percorso museale assieme all’ambiente perfettamente conservato di un’antica mola a trazione animale della fine del ‘700. Il Museo dell’olio della Sabina era nato come un progetto di conservazione e valorizzazione delle risorse di un’identità ma era diventato anche progetto per il futuro. La sua realizzazione aveva ormai instaurato nella città una nuova cultura, quella che la vede protagonista di un rinnovato patto tra arte e società, tra storia e contemporaneità. Il Museo dell’olio della Sabina diventa così esso stesso simbolo di un nuovo modo di guardare alla propria identità e al mondo.
COME RAGGIUNCERE IL MUSEO
Museo dell’olio della Sabina
Viale Regina Margherita, 02031 Castelnuovo di Farfa (RI)
Coordinate Gps
Latitudine: 42° 13′ 55.1994″
Longitudine: 12° 44′ 35.8794″
ORARI E BIGLIETTI
Apertura al pubblico:
Sabato, Domenica e festivi (ad eccezione dei giorni 25/12, 01/01 e 01/05) 10:00 – 18:00
Intero € 6
Ridotto € 3
Scolaresche € 2,5
Dal Lunedì al Venerdì è possibile visitare il Museo dell’olio della Sabina, per gruppi superiori alle 10 persone, previa appuntamento telefonico al numero 347 1788288 o 0765 36370.
Per Info e prenotazioni
Tel: 0765 36 370
Cel: 347 17 88 288
E-mail: museoliosabina@gmail.com