Patto tra Regione Molise e Città dell’Olio. Un punto di partenza su cui costruire il futuro

Il Protagonista  21 Luglio 2016



Un protocollo d’intesa per promuovere l’extra vergine DOP e IGP molisano e la cultura dell’olio, uno strumento in più per pianificare interventi di valorizzazione del patrimonio olivicolo e mirati al miglioramento qualitativo del prodotto.  A firmarlo a Termoli saranno la Regione Molise e l’Associazione nazionale Città dell’Olio nell’ambito della prima giornata di eventi di Girolio d’Italia, il tour dell’extravergine promosso dall’Associazione nazionale Città dell’Olio in collaborazione con i coordinamenti regionali, in programma da venerdì 22 a domenica 24 luglio a Termoli, Campomarino e Guglionesi.
Ne parliamo con Vittorino Facciolla, Assessore alle Politiche agricole ed agroalimentari – Programmazione forestale – Sviluppo rurale – Pesca produttiva – Tutela dell’ambiente della Regione Molise.
Assessore ci fornisce un quadro del settore olivicolo della sua Regione?
Nella Regione Molise la coltivazione dell’olivo e la produzione di olio appartengono, a pieno titolo, al suo patrimonio storico tanto da caratterizzarne, in maniera consistente, non solo la struttura produttiva ma anche il paesaggio, ricco in oliveti anche da antichissimo impianto. Grazie ai suoi oliveti attorno ai quali si è sviluppata una rete di strutture di trasformazione, un servizio di assistenza tecnica e di divulgazione agricola, affiancati da un’imprenditoria privata capace di attecchire nei mercati sia nazionali che esteri, la Regione è oggi legittimamente comparto, suddiviso in nove macro aree (sette per la provincia di Campobasso e due per quella di Isernia), possiamo sciorinare dei dati certi: il numero medio di piante per ettaro si aggira attorno a 112, per un totale di numero di piante in coltura specializzata di 1.763.838, di cui 1.733.988 in provincia di Campobasso e 29.850 in provincia di Isernia. La forma di allevamento prevalente è ‘a vaso’, caratterizzato da tre o quattro grosse branche con diramazioni dicotomiche. Tra le varietà coltivate, spicca la Gentile di Larino, seguita da Cellina e Rosciola di Rotello e dal Leccino. Un comparto, quello olivicolo, in costante crescita, nonostante la diminuzione, negli ultimi anni, del numero dei frantoi che, tuttavia, non è da vedere in maniera negativa, anzi. La loro razionalizzazione rappresenta, infatti, un dato positivo per il miglioramento della qualità dell’olio.
Che significato ha per la Regione la firma di un Protocollo di Intesa con l’Associazione Città dell’Olio?
La firma di questo Protocollo di Intesa è un punto di partenza su cui costruire il futuro delle attività a sostegno dei territori e della cultura dell’extravergine. Si tratta, per noi, di un sodalizio importante quale strumento atto a veicolare l’immagine dell’olio extravergine della Regione Molise nel mondo e promuovere il valore ambientale e paesaggistico rappresentato dai nostri uliveti. Un primo passo verso la calendarizzazione di tutta una serie di azioni comuni che per la Regione Molise si tradurranno in attività di qualificazione e valorizzazione del patrimonio olivicolo molisano, in progetti orientati alla diffusione della cultura dell’olio e finalizzati a valorizzare anche altre tipologie di produzioni alimentari tipiche. La firma di un Protocollo d’Intesa con l’Associazione Città dell’Olio, di fatto sigilla una collaborazione per promuovere e valorizzare l’extravergine d’oliva regionale, in particolar modo i Dop e gli Igp che meglio rappresentano il territorio di provenienza.
Nel Protocollo tra gli obiettivi generali si fa riferimento non solo alla valorizzazione del prodotto olio con particolare riferimento a DOP e IGP ma anche alla promozione della cultura dell’olio in senso più ampio. In cosa si tradurrà questo impegno? 
L’Associazione nazionale, con i suoi oltre 320 enti, rappresenta il territorio d’origine degli oli extravergine di oliva e con esso la civiltà e la cultura dell’olivo da cui deriva la produzione ed ha l’obiettivo di divulgare la cultura dell’olivo e dell’olio di oliva di qualità, di tutelare e promuovere l’ambiente ed il paesaggio olivicolo, di diffondere la storia dell’olivicoltura, di garantire il consumatore attraverso la valorizzazione delle denominazioni di origine, di organizzare eventi, di attuare strategie di comunicazione e marketing. Come Regione, al fine di promuovere la cultura dell’extravergine d’oliva, ci impegneremo a definire un Piano strategico condiviso di valorizzazione del Patrimonio Olivicolo regionale in linea con i principi espressi dall’Osservatorio Nazionale del Paesaggio Rurale storico per l’inserimento nel registro nazionale del paesaggio rurale storico mediante un censimento regionale delle aree interessate. Organizzeremo convegni e workshop per diffondere la conoscenza dell’olio extra vergine di oliva e dei suoi territori di origine a sostegno della filiera olivicola e dei consumatori, instaureremo una collaborazione con ReCOMed Rete Città dell’Olio del Mediterraneo che riunisce quattordici Paesi del bacino del Mediterraneo, intraprenderemo iniziative volte a sviluppare il ‘turismo dell’olio’ e coopereremo nella progettazione delle modalità di partecipazione a fiere di settore nazionali ed internazionali in un’ottica di promozione integrata e specifica per il settore olivicolo regionale e nazionale.
Un altro degli obiettivi a lungo termine del Protocollo è la messa a punto di un Piano Regionale Olivicolo. Avete già pensato a come muovervi in questa direzione?  
La promozione di un Piano Regionale Olivicolo sarà tesa ad affrontare le tematiche di sviluppo ed innovazione per il miglioramento della competitività e nel rispetto dell’eco- sostenibilità ambientale, economica e paesaggistica in collegamento con le associazioni di categoria. In ogni caso un Piano Regionale, prima di essere scritto, deve incontrare necessariamente il favore del comparto e, quindi, verificare se soddisfa i fabbisogni del partenariato. Un Piano Regionale, inoltre, non può prescindere da una puntuale analisi di contesto che rappresenta il presupposto per attestarne la necessità di promozione dello stesso.
Quali sono gli strumenti operativi che saranno attivati in seguito alla firma del Protocollo? 
Gli strumenti, alla luce di quanto affermato precedentemente, non possono che essere un’analisi di contesto particolarmente puntuale e un documento di partenariato condiviso con tutti gli stakeholders.