Termoli: la città oltre le mura del borgo
Gli alti muraglioni, le stradine lastricate, le case basse dalle porte rosse e azzurre, le scalinate che si aprono su piazze colorate di fiori e di verde. Questa è Termoli la città che da venerdì 22 a domenica 24 luglio ospiterà la seconda tappa di Girolio d’Italia, il tour dell’extra vergine promosso dalle Città dell’Olio. Suddivisa in due zone ben distinte per caratteri architettonici: il Borgo Vecchio, che, edificato su un promontorio, si protende sul mare come la prua di una nave e la Città Nuova, che si eleva dal livello del mare poco meno di 30 metri. Il Borgo, lambito dalle acque dell’Adriatico, divide le due spiagge della città: S. Pietro ad oriente e S. Antonio ad occidente, denominazione motivata dalla passata esistenza di due chiese, una dedicata al primo Papa e l’altra al popolare Santo francescano. Le inequivocabili caratteristiche architettoniche della struttura muraria del Borgo, consentono di fissare l’epoca della sua costruzione, al Basso Medio Evo, quando gli abitanti dei luoghi si rifugiarono sul promontorio dal primo Sacco dei Turchi, avvenuto verso il 1567. La zona era facilmente difendibile, aperta com’era sul mare, su un promontorio alto, con un unico accesso alla terraferma, così che diede vita ad un antico villaggio di pescatori. La prima costruzione fu la Cattedrale che, oltre a testimoniare la presenza di un vescovo e quindi di una diocesi, è anche il fulcro del Borgo, luogo verso il quale confluiscono strade e vie. La presenza, oltre dell’edificio sacro, anche del Castello, voluto forse da Federico II come torre di vedetta sull’Adriatico (non del tutto diverso nelle funzioni dalle torrette allineate lungo la S.S. 16 a Nord di Termoli) denota un periodo di splendore intorno al XII e XIII sec. d.C. Il primo sviluppo urbanistico oltre le mura del borgo, ci fu nel 1847 quando Ferdinando II di Borbone, in occasione di una visita a Termoli, (il cui territorio era parte del suo Regno), concesse agli abitanti il permesso di costruire ‘extra moenia’, ovvero verso l’entroterra. Un secolo dopo, a partire dal Dopoguerra la città ha subito un notevole sviluppo improvviso nell’entroterra, andando di pari passo con lo sviluppo del nucleo industriale intorno agli anni 70 quando a Termoli furono costruite numerose aziende tra cui la FIAT; di cui ancora oggi il settore industriale rappresenta il fulcro dell’economia della zona.
Le strade intorno alla Cattedrale sono tutte da scoprire lentamente, iniziando da via Federico II di Svevia che costeggia il mare dall’alto per ammirare le onde e i trabucchi da pesca, quando si arriva per continuare su via San Pietro o via Duomo da dove si aprono vicoletti e scorci suggestivi. Il Castello è il baluardo d’ingresso alla città dalle spiagge: l’alto mastio a pianta quadrata di epoca normanna, lineare e massiccio, era il punto più alto del sistema difensivo di cui si conserva oggi solo la merlata torretta Belvedere. Il nucleo storico prosegue oltre Castello, con l’ampia piazza Sant’Antonio sulla quale affacciano il Municipio e la Galleria d’Arte Contemporanea nella ex chiesa di Sant’Antonio; al centro, rivolta verso il mare, si trova la fontana che rappresenta un giovane che gioca con i delfini. Poco oltre inizia la spiaggia Sant’Antonio, dieci chilometri di litorale sabbioso lungo cui corre il lungomare Colombo, da cui si può osservare il borgo antico. Ancora tra le case, invece, percorrendo corso Nazionale si arriva nella più popolare piazza Vittorio Veneto.
Pochi chilometri a sud, proseguendo lungo il litorale di Rio Vivo si arriva alla foce del fiume Biferno e alle spiagge di Lido Campomarino, noto centro balneare della più interna Campomarino che da una lieve altura domina il paesaggio circostante; ripopolata nel Quattrocento da una colonia di Albanesi, insieme a Montecilfone, Portocannone e Ururi, ne mantiene ancora gli influssi su cultura e dialetto.
Se ci si sposta verso irilievi dell’entroterra molisano troviamo il borgo di Guglionesi, a 300 metri di altitudine. Uno dei monumenti più preziosi della cittadina è la chiesa di Santa Maria Maggiore; edificata dai Normanni, nasconde la cripta di Sant’Adamo, con affreschi di scene dell’Antico Testamento. La chiesa, insieme a quella romanica di San Nicola e di Santa Maria delle Grazie del XVI secolo, appartiene al grande patrimonio degli edifici di culto che arricchirono il centro storico dopo le incursioni e i saccheggi che devastarono la città fino al XIV secolo.