La minestra di pan cotto (di Matera) con ceci neri della Murgia
Un piatto povero ma particolarissimo: preparato con 3 ingredienti tra i più tipici della Puglia e della Lucania
Pochi prodotti sanno raccontare della terra in cui sono nati come il pane di Matera. Attraverso il colore, per esempio, marrone macchiato di nero, come i campi dopo la bruciatura delle stoppe. O tramite i solchi che ne attraversano la superficie, irregolari e profondi come quelli delle gravine. Oppure nei profumi, che mescolano grano e legno di ulivo. La stessa terra che mi è tornata in mente con prepotenza all’assaggio dell’olio di questa settimana: il Sarolo, a base di ogliarola del Vulture. “Si assomigliano”, ho pensato: la stessa robustezza di gusto, lo stesso sapore intenso, lo stesso profumo capace di catturare. Sì, meritavano di finire insieme: di pane, per fortuna, ne avevo ancora un po’ da parte, avanzato e fatto seccare. E poi avevo dei ceci neri della Murgia, che non è Lucania ma se esiste una parentela tra terre, beh, direi che quella che intercorre tra di loro è stretta assai. Per cui ho pensato ad una minestra di ceci neri, profumata di olio ed immersa nella morbidezza di un pancotto di Matera.
A me è piaciuto molto: un piatto povero ma particolarissimo. Da mangiare con calma, a cucchiaiate, gustandone i contrasti. Di consistenza, tra il pane morbido, morbidissimo – tanto più morbido quanto più a lungo lo avremo cotto – e i ceci, tenaci e consistenti nonostante le lunghe ore sul fuoco. E, soprattuto, di sapore.
Per 4 persone servono:
pane raffermo, un pezzo da 300 gr ca.
ceci neri, un paio di pugnetti
una crosta di formaggio
sale
olio Sarolo
Innanzitutto i ceci. Vanno messi a bagno 48 ore prima. Sì, avete letto bene: servon almeno due giorni per ammorbirli al punto giusto per avviare la cottura. Poi, tegame di coccio e fuoco basso, il più basso possibile. Come tutti i legumi, il segreto della loro morbidezza è la cottura lunga e a bassa temperatura. Questi hanno cotto per 4 ore: no, non sono troppe, fidatevi. Nonostante tutto questo tempo, infatti, sono rimasti quasi croccanti
Intanto, il pane. Lo si mette in acqua fredda e si aspetta che assorba l’acqua, si gonfi fino a diventare morbido. A questo punto, lo si mette nel tegame per la cottura insieme alla crosta di parmigiano. E si cuoce a lungo, mescolando spesso ed aggiungendo altra acqua se necessario. Anche questa cottura, più a lungo dura e meglio è. Una volta pronto, lo si versa nel piatto per farlo intiepidire e non lo si tocca fino a quando non si noterà in superficie una leggera crosticina. Ecco, è il momento dei ceci: vanno aggiunti piano, in modo che restino bene in superficie, e resi brillanti da un vortice di olio. Perchà questo è uno di quei piatti in cui l’olio ha un ruolo essenziale. Senza, non sarebbe assolutamente la stessa cosa.
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