Xylella: le Città dell’Olio chiedono interventi al Mipaaf e alle Regioni

Il presidente Enrico Lupi: "Salvaguardare tutto il sistema, dal produttore al consumatore"
News  13 Luglio 2015



Intervenire per aiutare il comparto olivicolo a risolvere le problematiche economiche e sociali legate alla Xylella: dall’Assemblea dell’Associazione Nazionale Città dell’Olio che si è tenuta sabato 11 luglio a Matera nell’ambito della prima tappa del Girolio d’Italia 2015 si leva un coro a difesa della qualità e della sicurezza alimentare e punta il dito verso le problematiche che l’allarme Xylella può far insorgere con i consumatori. A sollevare la questione, gli amministratori delle Città dell’Olio del Salento, l’area maggiormente interessata da questo fenomeno a cui l’Associazione ha dato sostegno facendosene portavoce, insieme agli oltre 350 soci, davanti agli organi istituzionali, lì rappresentati dal Vice Ministro Andrea Olivero.

“L’allarme Xylella rischia di avere pesanti ripercussioni sotto il profilo economico e sociale del comparto olivicolo locale – ha sottolineato il Presidente di ANCO Enrico Lupi – e, consci di quanto già messo in atto dal Ministero delle Politiche Agricole per arginare tale problematica, adesso ci poniamo come portavoce delle Città dell’Olio del Salento presso il Mipaaf perché una maggiore attenzione possa essere prestata alla questione sia dal punto di vista economico che produttivo. Quello che vogliamo è per prima cosa chiarezza nei confronti del consumatore, affinchè su una poca quantià prodotta non vi siano anche contrazione dei consumi, infatti deve essere sia chiarito che la Xylella non incide sulla qualità dell’olio e quindi non vengono meno tutte le garanzie relative alla qualità stessa e alla sicurezza alimentare. L’Associazione intende farsi portavoce di tali istanze, sollevate in sede di assemblea dai nostri rappresentanti salentini”.

Sul tema Xylella, il Ministero delle Politiche Agricole aveva già dato una prima risposta meno di un mese fa, con il decreto del 19 giugno sull’attuazione delle misure di contrasto decise dall’Unione Europea: in tale documento si rendeva infatti noto il piano ministeriale di difesa dal batterio delle Xylella, incentrato però quasi esclusivamente sugli aspetti agronomici e “politici” anziché dare risposte ai produttori in merito alle ripercussioni che questo fenomeno può causare a livello di economia locale. Dal divieto di importazione di vegetali destinati alla piantagione provenienti da Costa Rica e Honduras al rafforzamento dei controlli alle frontiere per far entrare soltanto piante accompagnate da certificati fitosanitari, dal monitoraggio sul territorio nazionale attraverso il campionamento e analisi delle piante potenzialmente contagiate per evitare la diffusione del batterio alla delimitazione delle aree infette e delle aree cuscinetto, con interventi di contenimento della diffusione come l’eliminazione di piante erbacee spontanee possibili vettori del batterio fino all’ eradicazione delle piante infette nel raggio di 100 metri dalle piante in cui ne sia stata riscontrata la presenza. Quanto sollevato delle Città dell’Olio della Puglia e di cui l’Associazione nazionale si fa interprete, si configura quindi come richiesta di porre attenzione ai risvolti economico-sociali del fenomeno Xylella, non interessati da tale provvedimento.

“Occorre salvaguardare – ha ripreso Lupi – tutto il sistema, dalla produzione al consumatore, facendo leva su quegli aspetti di cultura e socialità, di salvaguradia del territorio e di attenzione ad una corretta alimentazione, che da sempre si identificano proprio con l’olivicoltura. Oltre alla salvaguradia di piante millenarie che rischiano di scomparire facendo cambiare la morfologia di un territorio che per le sue argentee distese di olivi rappresenta un patrimonio paesaggistico dell’umanità da tutelare, occorre agire anche sulla difesa e divulgazione della cultura e della socialità  legata a questo prodotto da sempre”.