Pisogne ha sicuramente origini molto antiche; si hanno tracce di frequentazione umana già nell’Età del Bronzo, testimoniate dalle incisioni rupestri della Loc. Biösca. I primi insediamenti erano, però, probabilmente collocati nella zona collinare - montana, essendo l’area a lago acquitrinosa. La posizione geografica e il sottosuolo ricco di risorse minerarie, concentrate prevalentemente nella valle del Trobiolo e sfruttate sin dall’antichità,fecero di Pisogne un importante mercato nelle Alpi.La Via del Ferrocollegava la zona mineraria di Pisogne alla Valtrompia, dove si producevano manufatti,attraverso il Colle di San Zeno ed alla Valcamonica attraverso Gratacasolo e la Beata.
COMUNE DI PISOGNE
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IN AUTO
Da Milano
Prendere l'autostrada A51 e seguire la direzione Tangenziale Est, proseguire sull'autostrada A4, uscire a Ospitaletto, continuare sulla SP 19 in direzione di Concesio/Valcamonica/Paderno/Lumezzane, in prossimità di Rodengo-Saiano svoltare sulla SS 510/SP 510 in direzione di Edolo/Valcamonica/Monticelli Brusati/Lago d'Iseo, proseguire seguendo le indicazioni per Pisogne.
Da Bologna
Dall'autostrada Adriatica A14 continuare sull'autostrada del Sole A1, seguire la direzione Cremona - Brescia, proseguire sull'A21, uscire a Brescia Centro, in prossimità di Brescia continuare sulla SP BS11 in direzione Centro/Tangenziale Sud, uscire in direzione Milano/Bergamo, raggiungere la SS 510/SP 510, proseguire seguendo le indicazioni per Pisogne.
Da Genova
Dall'autostrada A7, seguire la direzione per Piacenza, continuare sull'autostrada A21, uscire a Brescia Centro, in prossimità di Brescia continuare sulla SP BS11 in direzione Centro/Tangenziale Sud, uscire in direzione Milano/Bergamo, raggiungere la SS 510/SP 510, proseguire seguendo le indicazioni per Pisogne.
Da La Spezia
Dall'autostrada della Cisa A15, seguire la direzione Milano, proseguire sull'autostrada del Sole A1, seguire le indicazioni per Cremona, continuare sull'autostrada A21 fino a Brescia Centro, in prossimità di Brescia, continuare sulla SP BS11 in direzione Centro/Tangenziale Sud, uscire in direzione Milano/Bergamo, raggiungere la SS 510/SP 510, proseguire seguendo le indicazioni per Pisogne.
Da Brescia
Prendere la SP BS11, prendere l'uscita in direzione Milano/Bergamo, continuare sulla SS 510/SP 510, proseguire seguendo le indicazioni per Pisogne.
IN TRENO
FS
IN AEREO
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Aeroporto di Brescia (a 57 km circa)
Aeroporto Milano Linate (a 94 km circa)
Aeroporto Milano Malpensa (a 134 km circa)
Aeroporto di Parma (a 133 km circa)
In epoca romana il sentiero preistorico che da Zone, attraverso il Passo della Croce e l’abitato di Sedergnòscendeva a Pisogne, divenne la ViaValeriana, importante arteria di collegamento tra Valle Camonica e Brescia. I lavori di restauro dell’Antica Pieve hanno portato alla luce, nella stratigrafia della chiesa, un sarcofago romano appartenente a un Sacerdote di Augusto, dimostrazione che in loco esisteva un insediamento romano di notevole importanza. Nella frazione di Sonvico, infatti, sono ancora visibili i resti di due torri romane, probabilmente utilizzate per avvistamento; il nome stesso della località,Summus Vicus, fa supporre un’origine romana.
Nel VII – VIII secolo si ha una fortepresenza longobarda nella frazione di Grignaghe, la cui memoria è rimasta impressa sia nelle sculture sparse per il paese che nella toponomastica, e nel culto di San Michele al quale è tuttora dedicata la parrocchiale. Il Monastero di Santa Giulia di Brescia annovera tra i suoi beni, in questo periodo, anche possedimenti in Pisogne, presso la Corte di Vuassaningo, identificata con la frazione di Siniga.
Con la conquista carolingia Pisogne, come del resto la Valle Camonica, venne concessa in feudo al monastero benedettino diTours che avviò sia la gestione fiscale del territorio, che un’opera di promozione religiosa. A questo periodo risale l’attribuzione del patrono San Martino, che era stato appunto vescovo di Tours, alla frazione di Sonvico e del patrono San Gregorio alla frazione di Toline. Verso la fine del primo millennio si ha l’ascesa economica e politica di Pisogne capoluogo e la costituzione della Pieve di Santa Maria in Silvis dipendente dal Vescovo di Brescia che, attraverso la figura del gastaldo, amministrava tutti i beni un tempo appartenuti al monastero di Tours. È del 1250 l’edificazione della Torre del Vescovo nella Piazza del Mercato. Soltanto nel 1462 gli abitanti di Pisogne si affrancheranno dall’autorità vescovile alla quale succederanno, a fasi alterne, l’autorità di Venezia e quella Viscontea. Alla fine Venezia avrà il sopravvento e la Serenissima governerà fino al 1797.
Nella seconda metà del XV secolo prese l’avvio la costruzione della chiesa di Santa Maria della Neve per volere dei cittadini di Pisogne che ne affidarono la conduzione alla Confraternita dei Disciplini. Sempre grazie all’impegno de “li homini de Pisogne”, negli anni 1533-34 il pittore Gerolamo Romanino fu incaricato di affrescare l’interno della chiesa. L’instabilità politica che interessò la zona nel 1500, dovuta alle fortune alterne della Repubblica di Venezia ed al clima di incertezza religiosa, vide il suo momento più drammatico nel 1518 con la condanna al rogo di otto streghe. Nel 1580la visita pastorale di San Carlo Borromeo, volta a canonizzare la Valcamonica in pieno clima di controriforma, passa anche da Pisogne e per volere del cardinale si ha l’istituzione di due conventi: uno di Cappuccini ed uno di Agostiniani, quest’ultimo annesso alla Chiesa di Santa Maria della Neve..E’ nel ‘700, con l’affermarsi di grandi famiglie camune, che il centro di Pisogne assume il suo attuale aspetto urbanistico mediante la costruzione di bei palazzi, fra cui quello dei Fanzago,e dei portici che fanno da contorno alla piazza principale e, nel 1769, con l’avvio della costruzione della nuova parrocchiale dedicata a Santa Maria Assunta che sostituirà la Pieve. Con la decadenza della Repubblica Veneta si accentua purtroppo il fenomeno del banditismoche vedrà in Giorgio Vicario il suo massimo esponente locale, con il compito di amministrare la giustizia in assenza di un’autorità legittima. Alla fine del secolo, dopo almeno settecento anni di centralità commerciale di Pisogne, la sede del mercato viene trasferita, in modo tutt’altro che indolore, a Lovere, così pure la Valcamonica, tra gli anni 1797 e 1859, viene compresa nella provincia di Bergamo. Con l’arrivo di Napoleone prima e del governo austriaco poi,si ha la privatizzazione dei beni un tempo appartenenti alla comunità dei vicini. Ciò da l’impulso ad una nuova imprenditorialità da parte di privati che avviano una politica economica basata sulla produzione delle sole materie prime carbone e ferro. L’autonomia dei comuni concessa da Venezia, in epoca napoleonica viene abolita ed a controllo delle comunità locali viene posto un prefetto. Ciò comporta forti restrizioni sui diritti dei cittadini, specialmente dei non possessori di beni, che si vedono privati del diritto di voto. I primi ad insorgere contro le nuove istituzioni furono gli abitanti di Fraine che organizzarono una vera e propria resistenza armata coinvolgendo tutta la popolazione. Con il governo austriaco prende avvio il progetto di industrializzazione che caratterizzerà l’economia di Pisogne fino ad anni recenti. Lo sviluppo industriale riguarda anzitutto il settore siderurgico, ma anche la produzione di gesso e le filande. L’industrializzazione vide tuttavia gravi momenti di crisi che costrinsero, fra gli altri, anche i cittadini di Pisogne ad emigrare all’estero in cerca di fortuna. Mete privilegiate di questi emigranti, prevalentemente minatori,furono i grandi bacini metalliferi europei, specialmente quelli del Belgio edella Germania. Agli inizi del Novecento venne costruita la ferrovia Iseo – Edolo, inaugurata l’8 luglio 1907, che portò nuovo impulso sia all’industria che al turismo. Negli anni cinquanta si ebbe la chiusura dell’ultima miniera di ferro, ancora attiva, in territorio pisognese e fra gli anni settanta e ottanta la crisi economica portò alla chiusura della maggior parte delle industrie della zona.
ITINERARI CONSIGLIATI
A Pisogne, vari ritrovamenti e tracce testimoniano sia la presenza di antichi insediamenti preistorici che il ruolo centrale, a livello industriale e commerciale, ricoperto dal paese in epoca romana per la sua posizione privilegiata (tra Valle Camonica e Sebino) e la sua morfologia. Presso la contrada di Grignaghe vi sono ancora, infatti, ricchi filoni di ferro con numerosissime miniere.
All’ingresso di Pisogne è posta la statua di un grande cavallo bianco. Il centro si snoda attorno alla grande piazza del Mercato, che si apre verso il lago. Sulla piazza si affaccia la torre del Vescovo, alta circa 30 mt., fatta erigere assieme al altre fortificazioni durante una delle battaglie fra Bergamo e Brescia del XII sec.
Durante il tardo Medioevo fecero rumore i processi contro le streghe che, si narra, furono tenute prigioniere nella torre e bruciate vive nella piazza.
Da piazza del Mercato inizia piazza Corna Pellegrini, che sale fino alla chiesa parrocchiale di S. Maria Assunta, con dipinti del XIX sec ed il grande organo Serassi di metà ’800, con più di 2000 canne.
All’inizio di Piazza Corna Pellegrini inizia a destra via Torrazzo, lunga e tortuosa strada che attraversa il centro del borgo medievale. Salendo per via dei Monti, che si incrocia a sinistra, si giunge a una porta medievale. Proseguendo per via Torrazzo e quindi per via Mercanti fino all’inizio di via Mandolossa si incontra la porta Capovilla, che chiudeva l’abitato a sud. Sempre da via Torrazzo, scendendo verso il lago attraverso via Speranza si incontra, all’angolo con via Nave Corriera, una pittoresca casa del XVII sec.
A monte del borgo medievale, sulla strada verso la Val Palot, si incontra la chiesa di S.Maria della Neve (XV sec.), sotto il cui portico di sinistra sono visibili degli affreschi, con storia di Adamo ed Eva. Il portico di destra è diventato la cappella dell’ex ospedale, mentre sulla facciata, in basso a destra, rimangono tracce di motivi iconografici diffusi nel XV sec. All’interno della chiesa è visibile un magnifico ciclo di affreschi di Girolamo Romanino raffiguranti scene della vita di Cristo, eseguiti negli anni 1532-34.
Proseguendo lungo la strada verso la val Palot si incontra la pieve di S.Maria in Silvis del sec. VIII e ricostruita nel XV sec., con facciata decorata in pietra rossa.
Sul lungolago, di recente ampliamento e ristrutturazione, si ricorda una scultura a forma semicircolare, composta da 10 pilastri sui quali è riportata una frase di Renato Guttuso, dedicata all’artista Romanino: «Romanino ci serva, ci inviti a guardare la realtà e ad avere il coraggio di andarci dentro, anche se essa è grande e terribile».
Sono consigliate le visite anche alle piccole frazioni di Gratacasolo, Toline, Pontasio, Siniga, Grignaghe, Sonvico e Fraine: un iter suggestivo tra le acque del lago e la quiete dei boschi.
FESTA DEL PATRONO
San Costanzo (12 maggio)
Il centro storico, piuttosto esteso, è compreso tra i quartieri della “Collaela” a sud e della “Puda” a nord; al centro la Piazza, chiusa ad est dalla chiesa parrocchiale ed a ovest dal lago. Era racchiuso entro mura, le cui porte sono ancora parzialmente visibili: la prima, della quale sono rimaste soltanto le spalle addossate agli edifici, è situata in Via Torrazzo, la seconda porta èposta in Via dei Monti a ridosso delle mura del Parco Damioli, la terza e più recente, in Via Mercanti, è detta Porta Nuova. Partendo dalla piazza, la prima cosa che colpisce il visitatore è la Torre del Vescovo. Alta 32,60 metri, con base quadrata di circa 7 metri di lato, venne edificata nel 1250 per affermare il potere ecclesiastico sul territorio. In origine presentava sulla sommità una merlatura, ora ricoperta dal tetto. È costruita in pietra locale, a corsi orizzontali ordinati, con rarissime aperture a forma di feritoia.Dalla Torre si diparte il Vicolo San Clemente che presenta, sul lato est, edifici facenti parte di una struttura fortificata del XIV Secolo, dei quali sono visibili le massicce mura con base a scarpata ed il Torricello. Sempre affacciato sulla Piazza, all’imbocco di via Torrazzo, vi è un edificio alla cui base sono visibili imponenti mura medievali. Si tratta del Torrazzo, antica sede del Gastaldo del Vescovo. Di fronte a questo edificio, dal lato opposto della piazza, si sviluppa la via San Marco. Notevole è il Palazzo Fanzago, costruzione di origine medievale, più volte rifatta nel corso dei secoli; sulla sua facciata vi sono ricchi stucchi e medaglioni ottocenteschi con i ritratti dei personaggi dei “Promessi Sposi”. La Piazza è collegata da un androne al quartiere della Puda. Di origine rinascimentale esso era sorto intorno alla Chiesa di San Clemente (oggi trasformata in abitazioni), all’esterno delle mura ancora visibili verso la Piazza. Il quartiere, detto anche dell’Ortaglia, era composto da edifici posti intorno ad un brolo ora scomparso; ne rimane soltanto il portale d’ingresso. Sempre nella stessa Piazza (un tempo detta “Giardino”), fino al 1817 palude malsana e poi bonificata con grandi opere di risanamento, si trovano: la statua in bronzo di San Costanzo, rifacimento dell’originale custodito presso il Municipio, e la fontana in marmo di Rezzato del 1867.
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